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Donald all’attacco (con il Pentagono) sulla Groenlandia. “Pronti a prenderla anche con la forza”


Donald all'attacco (con il Pentagono) sulla Groenlandia. "Pronti a prenderla anche con la forza"

Donald Trump torna a minacciare la possibilità di usare la forza per prendere il controllo della Groenlandia. All’indomani della visita lampo del suo vice JD Vance, il presidente americano usa un tono particolarmente aggressivo nel corso di un’intervista a Nbc: «La otterremo al 100 per cento», afferma, spiegando che ci sono «buone possibilità che potremo farlo senza la forza militare», ma «nulla è escluso». «Si tratta di pace nel mondo e sicurezza internazionale – prosegue -. Non tolgo nulla dal tavolo».

La Groenlandia è un territorio danese, un alleato Nato degli Stati Uniti, ma il tycoon vuole annetterla sostenendo che è necessario per scopi di sicurezza nazionale. Il ministro degli esteri danese Lars Lokke Rasmussen rimprovera l’amministrazione per il «tono» di Vance nel criticare Copenaghen di aver investito troppo poco in Groenlandia. «Siamo aperti alle critiche, ma lasciatemi essere completamente onesto: non apprezziamo il tono con cui sono state espresse. Non è così che ci si rivolge ai propri stretti alleati, e continuo a considerare la Danimarca e gli Usa stretti alleati», dice in un video su X, sottolineando che il suo Paese sta già investendo di più nella sicurezza artica e rimane aperto a una maggiore cooperazione con Washington. Mentre la premier Mette Frederiksen si recherà da mercoledì a venerdì sull’isola per «rafforzare il legame» con il territorio: «Non vedo l’ora di continuare la stretta e fiduciosa cooperazione con la Groenlandia».

Intanto un documento interno del Pentagono rivela come il segretario alla Difesa Pete Hegseth abbia riorientato l’esercito per dare priorità alla prevenzione dell’occupazione cinese di Taiwan e alla difesa nazionale dalle minacce nel «vicino estero», tra cui la Groenlandia e il Canale di Panama. Il testo, fa sapere il Washington Post, descrive l’esecuzione della visione di Trump ed è stato distribuito in tutto il dipartimento a metà marzo e firmato da Hegseth. Nel frattempo Arctic Today spiega che dietro le quinte della controversa visita di JD e Usha Vance nell’isola (inizialmente doveva coincidere con la gara di slitte trainate da cani Avannaata Qimussersua a Sisimiut, poi è stata limitata alla base spaziale statunitense di Pituffik) c’è American Daybreak, un’organizzazione americana praticamente sconosciuta fondata dall’investitore allineato a Trump ed ex funzionario governativo Thomas Emanuel Dans. L’uomo ha confermato il ruolo nella pianificazione del viaggio, affermando pubblicamente che il gruppo aveva invitato la Second Lady e altri alti membri dell’amministrazione all’inizio del mese. «American Daybreak ha lavorato a lungo per rafforzare i legami tra Usa e Groenlandia, incluso l’aiuto nell’organizzazione della visita del figlio del presidente nell’isola a gennaio», scrive Dans, affermando che «questi articoli di stampa e la reazione eccessiva dei funzionari groenlandesi sono dannosi per la solida relazione, basata sul rispetto reciproco, interessi condivisi e cortesia, che Washington ha da tempo con Nuuk e spera di espandere». Dans ha lavorato come commissario alla U.S. Arctic Research Commission durante il primo mandato di Trump, consigliando il governo federale sulla politica artica e aiutando a dare forma all”impegno nella regione.

Dopo aver lasciato l’incarico pubblico, ha continuato a concentrarsi sulla Groenlandia tramite American Daybreak, ha lavorato alla costruzione di rompighiaccio e come visiting fellow presso la Heritage Foundation dove, secondo il suo profilo LinkedIn, si è «concentrato sullo sviluppo e la raccomandazione di approcci conservativi per la ricostruzione postbellica dell’Ucraina». All’inizio di quest’anno, inoltre, è stato l’organizzatore principale della controversa visita di Donald Trump Jr, che includeva incontri con personaggi locali pro-Usa.


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