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Dominik Paris: «Sulla sicurezza si può lavorare e migliorare, ma penso sia impossibile evitare completamente gli incidenti. Sugli sci si gioca sempre con la velocità»

Bormio è pista legata al suo nome, qui ha vinto tante volte: pesa questa attesa?
«No, non mi pesa. Sono più tranquillo rispetto ad altre piste dove non ho la stessa conoscenza, perché a Bormio so come affrontarla e cosa fare. So bene come devo scendere e come gestire la gara».

Da padre è diverso il suo approccio allo sci?
«Non è tanto diverso per me, essere padre non ha cambiato molto il mio approccio. Quando scio sono concentrato e focalizzato su quello che sto facendo. Però, quando torno a casa, ho più cose a cui pensare: c’è tanto movimento in casa e il riposo è diventato un po’ diverso rispetto a prima. Comunque, è una bella cosa che seguo con piacere».

Come resta in contatto con la famiglia?
«Sfrutto la tecnologia. Ormai è fantastico: puoi essere ovunque nel mondo e comunque chiamare a casa, vedere i figli, la famiglia. È un vantaggio enorme rispetto a vent’anni fa, quando non c’era questa possibilità, e lo sfrutto volentieri».

Cosa fa con i suoi figli?
«Dipende da cosa hanno voglia di fare. Giochiamo un po’ fuori: si divertono tantissimo con la sabbia e con l’acqua, oppure facciamo insieme un giro in bici. Cerchiamo di stare all’aperto e di fare tanto movimento. Poi, con il più grande, giochiamo spesso con i mattoncini colorati».

La cosa più bella delle gare?
«La cosa più bella delle gare è tutto l’insieme: cerchi di rimanere concentrato su quello che devi fare, capire dove puoi fare la differenza rispetto agli altri durante la ricognizione e poi in gara. C’è la tensione, la spinta oltre i limiti, la voglia di fare sempre meglio e più veloce. Dopo la gara, il momento più bello è soprattutto quando vedi la luce verde che indica che sei in testa e ti emozioni insieme ai tifosi che festeggiano con te quella grande manche».

Esiste la paura in lei?
«Non esiste per me. Bisogna stare attenti e non esagerare, ma la paura, secondo me, è quella che ti dice di ritirarti e fare altro.

Ci sono stati due gravi incidenti nella squadra azzurra quest’anno: la morte di Matilde Lorenzi e quella di Matteo Franzoso. la sicurezza sugli sci non c’è?
«Quello che è successo è stato grave e abbiamo vissuto periodi difficili. C’è sicurezza, ma nessuno può garantirti che non possa succedere niente. Come atleta, non ci pensi: fai le cose che ami, ma la velocità c’è sempre. E quando va male, va male. Sulla sicurezza si può discutere moltissimo, soprattutto su cosa si potrebbe migliorare, ma penso sia impossibile evitare completamente gli incidenti, perché si gioca sempre con la velocità. Se cadi male, in qualsiasi momento, anche fuori dallo sci, puoi farti male. Non direi che non c’è sicurezza, però con l’aiuto di esperti si potrebbe sicuramente migliorare ancora. Certo, una percentuale di rischio rimane sempre».

Che cosa fa per rilassarsi?
«Ascolto la musica, che mi rilassa molto; ne ho sempre fatto tanta. Mi rilassa non solo ascoltarla, ma anche suonarla».

Da musicista ci fa una colonna sonora per caricarsi: quali brani sceglie?
«Ascolto brani metal: groove metal, death metal. Musica aggressiva e potente, ma allo stesso tempo anche rilassante. Forse molti non la comprendono fino in fondo. Non ho un brano in particolare: l’importante è che sia suonata bene».

Piatto preferito?
«Dipende dal momento: a volte la carne alla griglia, altre volte la pizza».


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