Toscana

Domani Giani in passerella elettorale, ma ignora i veri problemi


“Domani in Valdarno andrà in scena l’ennesima passerella elettorale del presidente Giani, che inaugura il pronto soccorso dell’ospedale La Gruccia ignorando le gravi criticità che da mesi travolgono la sanità toscana”. 

A parlare è Gemma Peri, commissario della Lega del Valdarno.

“Mentre si taglieranno nastri davanti ai flash dei fotografi, la Regione affonda in un buco di bilancio da oltre un miliardo di euro, frutto di anni di gestione fallimentare. Come Lega Valdarno denunciamo con forza l’ipocrisia di una politica che continua a preferire l’apparenza alla sostanza. Giani dovrebbe spiegare ai cittadini non dove si tagliano i nastri, ma dove sono finiti i soldi. Perché mentre lui si presta all’ennesimo show, la realtà parla di conti fuori controllo, servizi che saltano e territori lasciati soli. I fatti sono chiari: l’unico segno concreto lasciato da Giani sulla sanità toscana è un disastro contabile. Un debito da oltre un miliardo che sta costringendo la Regione ad aumentare le tasse – come l’addizionale Irpef – a tagliare gli ospedali minori e a depotenziarne i servizi, con conseguenze dirette su famiglie e cittadini. E non si può tacere su un altro fallimento evidente: quello delle mega-ASL volute proprio da Giani. Un modello accentratore che ha allontanato i servizi dai territori, aumentando le inefficienze e riducendo la capacità di intervento locale. A questo si somma l’assenza totale di un piano serio di rilancio e di valorizzazione degli ospedali periferici, come quello del Valdarno. Non servono inaugurazioni in pompa magna. Serve un piano straordinario per salvare la sanità toscana. Serve trasparenza totale sul bilancio, investimenti veri e non promesse, e soprattutto rispetto per i cittadini che ogni giorno si scontrano con le conseguenze di questa gestione fallimentare. La sanità non si governa con i nastri e le fotografie. Si governa con responsabilità, ascolto e coraggio. La Lega Valdarno non starà a guardare. Continueremo a vigilare, denunciare e combattere perché il diritto alla salute non può essere sacrificato sull’altare della propaganda”.


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