Docuserie sul Campobasso calcio, Mark Consuelos e Kelly Ripa ad ABC News | isNews
La parabola della squadra rossoblù e della rinascita sportiva di una città raccontata ad una delle redazione più autorevoli d’America
Sono ospiti negli studi di ABC News, sotto le luci sobrie di una delle redazioni più autorevoli d’America. Mark Consuelos e Kelly Ripa – coppia affiatata nella vita e nel lavoro – sono lì per presentare la loro nuova avventura: Running with the Wolves, la docuserie firmata ESPN che racconta il loro impegno con il Campobasso FC.
La giornalista li stuzzica con una domanda tagliente: “Cosa è più difficile: essere sposati da 29 anni o gestire una squadra di calcio?” Mark e Kelly ridono, poi rispondono in perfetta sincronia: “Gestire una squadra di calcio. Al 100 per cento.” Mark rincara con ironia: “Voglio dire, ci sono un sacco di vantaggi collaterali nell’essere sposati da 29 anni… nel calcio, niente di tutto questo.”
Mark Consuelos e Kelly Ripa, re e regina dei talk americani, sono i protagonisti di un nuovo viaggio che li mette alla prova ben oltre i riflettori. La loro storia – personale, imprenditoriale, affettiva – oggi passa per Campobasso, una piccola città italiana, una squadra dimenticata, e un sogno che ha il sapore ruvido delle scommesse folli.
È da qui che parte ‘Running with the Wolves’, la nuova docuserie ESPN che segue Mark e Kelly nella loro avventura come co-proprietari del Campobasso FC, club di Serie C che negli anni recenti ha sfiorato l’oblio ma oggi sogna un futuro diverso. Un progetto audace, autentico, costruito più con il cuore che col calcolo.
“Questa squadra è parte della mia storia”
Mark non nasconde l’emozione: “Campobasso è un omaggio a mia madre, italiana, e ai pomeriggi passati a giocare a calcio in Italia da bambino. C’è qualcosa di intimo, di mio, in tutto questo”. Ma non si tratta solo di nostalgia. Quando i figli – Michael, Lola e Joaquin – sono cresciuti e hanno spiccato il volo, lui e Kelly hanno deciso di investire il tempo e le energie in qualcosa che potesse restituire un senso di comunità, identità, impatto.
“Dieci anni fa non ce l’avremmo fatta”, confessa Kelly. “Eravamo troppo immersi nelle nostre vite e nei sogni dei nostri figli. Ma adesso… è diverso. Ora è il nostro tempo per sognare insieme.”
Una storia da underdog (che non chiede permesso)
La giornalista dell’ABC lo dice chiaro: questa è una storia alla ‘Welcome to Wrexham’, il documentario con Ryan Reynolds e Rob McElhenney, dove una squadra dimenticata diventa il cuore pulsante di una comunità.
Mark ride: “Avrei voluto chiedere consiglio a Reynolds… Loro vincono sempre”.
E in quel sorriso si legge tutto lo spirito dell’underdog: si parte dal basso, senza garanzie, ma con qualcosa che vale di più: la fede. “Campobasso stava per perdere la sua identità. E poter contribuire anche solo in piccola parte a ricostruirla… sembrava più importante dello sport stesso.”
La parte più dura? Deludere. E scegliere.
Non è tutto storytelling. C’è anche il rovescio della medaglia: decisioni dolorose, il peso delle aspettative, la responsabilità verso la città. “A volte devi prendere decisioni impopolari, sapendo che avranno effetti tra due o tre anni. Devi convincere la gente a fidarsi di te. E non è semplice, in una città che è stata già scottata troppe volte.”
Eppure, proprio lì, nel fango del rischio, sbocciano i legami più veri. Come quello con Goffredo Iorio, responsabile del campo, diventato una piccola celebrità tra i tifosi (e nel cuore di Kelly). “Lo adoro”, dice lei. “Vederlo lavorare, con quella dedizione, mi ha cambiato dentro.” “Anche io lo adoro”, aggiunge la giornalista. Mark conclude: “Goffredo è una star. E ci ha fatto vincere il premio per il miglior campo. Lui fa sul serio.”
“Non ditelo a nessuno, ma Mark è bravo in tutto”
C’è poi lo sguardo privato, quello che solo una moglie può dare. Nel primo episodio Kelly lo dice: “Mark è bravo in tutto.” “Capisce il calcio italiano, lo ha giocato. Ma soprattutto, vede i dettagli dove io vedo il caos. È come se avesse già un piano anche quando le cose sembrano sfuggire.”
E mentre la serie racconta il Campobasso, la città, i tifosi, le salite e le discese, racconta anche una coppia che non ha mai smesso di crescere insieme, reinventandosi, spingendosi a vicenda verso orizzonti nuovi.
Non è solo una serie sportiva. È una storia d’amore. E come ogni grande storia d’amore, parte da dove nessuno guardava più.
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