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Docente in pensione dal 1° settembre 2025? Ecco le opportunità per continuare a lavorare a scuola

A partire dal 1° settembre 2025, circa 28.000 docenti lasceranno il servizio per andare in pensione. Per molti si tratta del naturale compimento di un lungo percorso professionale. Tuttavia, non manca chi si interroga su una possibilità concreta: è ancora possibile restare attivi e coinvolti nel mondo della scuola, anche dopo il pensionamento?

Una lettrice scrive a tal proposito: sono un’insegnante di Tecnologia di ruolo presso la secondaria di primo grado; dal primo settembre 2025 sarò in pensione. Esiste la possibilità che io possa continuare nella scuola rivestendo altri ruoli, ad esempio Ispettrice, commissaria d’esame, ecc.?? Grazie.

Le opportunità per il docente in pensione

Dopo aver concluso la propria carriera, alcuni docenti avvertono il desiderio di restare attivamente coinvolti nel mondo dell’istruzione, continuando a mettere a frutto competenze, esperienza e passione educativa.

La pensione, infatti, non rappresenta necessariamente la fine dell’impegno professionale: esistono ancora alcune opportunità, sia di carattere istituzionale che progettuale, che consentono agli insegnanti in quiescenza di contribuire ancora in modo significativo alla vita scolastica.

Dai ruoli istituzionali, come far parte delle commissioni per gli Esami di Stato, alle collaborazioni in progetti scolastici o attività di consulenza, le possibilità sono ampie e diversificate. Sono percorsi adatti a chi desidera mantenere un ruolo attivo e autorevole nel sistema educativo, pur senza gli oneri e la continuità di un incarico a tempo pieno.

L’esame di Stato: dai Presidenti ai membri di Commissione

Una delle ipotesi più concrete è indubbiamente legata alla procedura degli esami di Stato, ricoprendo l’incarico di Presidente o commissario esterno. Vi sono però delle differenze desumibili dal D.M. n. 183/2019:

per svolgere il ruolo di Presidente, il docente deve essere stato in ruolo negli istituti secondari di secondo grado statali, e deve essere collocato a riposo da non più di tre anni (art. 3 c. 4 lettera e));
per il ruolo di commissario valgono le medesime condizioni, con una maggior flessibilità: se un docente ha svolto negli ultimi tre anni almeno un anno a tempo determinato nelle scuole secondarie di secondo grado (contratto annuale o al termine delle attività didattiche) e congiuntamente sia in possesso di abilitazione o idoneità all’insegnamento di cui alla l. n. 124 del 1999 nelle discipline comprese nelle classi di concorso afferenti alle indicazioni nazionali e alle linee guida dell’ultimo anno dei corsi della scuola secondaria di secondo grado, allora può presentare domanda anche se in ruolo in altro grado.

Precisando che i requisiti vengono annualmente pubblicati tramite ordinanza ministeriale e che la candidatura è naturalmente facoltativa, per la nostra lettrice una possibilità potrebbe essere quella di ricoprire l’incarico di commissaria esterna, a patto di aver svolto negli ultimi tre anni almeno un anno a tempo determinato nella scuola secondaria di secondo grado e di essere in possesso di abilitazione o idoneità nelle specifiche classi di concorso. La retribuzione è quella stabilita dalla tabella 1 del Decreto Interministeriale del 24 maggio 2007.

Osservatore esterno per le prove INVALSI

Ogni anno, nell’ambito delle prove INVALSI, alcune classi campione distribuite sul territorio nazionale vengono selezionate per essere sottoposte a osservazione e monitoraggio da parte di osservatori esterni.

Per individuare queste figure, diversi bandi pubblici prevedono la possibilità di candidatura anche per docenti in quiescenza da non oltre tre anni, analogamente a quanto previsto per le commissioni degli Esami di Stato. Chi fosse interessato a ricoprire questo ruolo può presentare la propria candidatura nelle finestre temporali indicate nei relativi avvisi, consultabili sul sito dell’INVALSI o attraverso i canali ufficiali ministeriali.

Il ruolo di osservatore esterno è molto delicato. Egli garantisce l’imparzialità e l’affidabilità delle rilevazioni INVALSI, che servono per valutare il livello di apprendimento degli studenti su scala nazionale. Tra i compiti principali rientrano:

• verifica del rispetto delle regole del protocollo;
• verifica della correttezza procedurale delle prove, seguendo le istruzioni impartite dall’INVALSI e monitorando tempi di somministrazione, modalità di consegna dei materiali, comportamenti di docenti e studenti ecc.;
• garantire trasparenza e regolarità;
• compilare la documentazione richiesta.

Anche per quest’attività sono previsti dei compensi, stabiliti di volta in volta dai bandi dell’INVALSI. Ad esempio, prendendo in riferimento il bando per l’a.s. 2024/25 dell’USR Lazio, i compensi lordi erano fissati a 200 euro per ogni classe seconda (primaria o secondaria di secondo grado) e 350 euro per ogni classe quinta (primaria o secondaria di secondo grado) e per la classe terza della secondaria di primo grado, indipendentemente dai giorni di impegno. A grandi linee, le cifre sono le medesime su tutto il territorio nazionale, sebbene sia sempre necessario visionare i singoli bandi di competenza.

Commissario nei concorsi pubblici

Un’altra preziosa opportunità a disposizione dei docenti in quiescenza è quella di far parte delle commissioni giudicatrici all’interno dei concorsi pubblici, non per forza di tipo scolastico. Sempre l’USR Lazio, ad esempio, la scorsa estate ha pubblicato un avviso per reperire docenti disponibili ad essere membri delle commissioni esaminatrici nei concorsi pubblici per Forze Armate e Militari, aggiornando il relativo elenco per le designazioni. Tra l’altro, l’avviso in questione era esclusivamente aperto ai docenti in quiescenza da non più di tre anni, a patto, ovviamente, di essere in possesso dell’abilitazione per la classe di concorso richiesta.

La figura degli esperti nei corsi PON e PNRR

Un’ulteriore e significativa chance per i docenti in quiescenza è rappresentata dalla possibilità di candidarsi come esperti esterni nell’ambito di progetti finanziati attraverso i fondi europei (PON – Programma Operativo Nazionale, tramite FSE e FESR) o più recentemente tramite i fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), come previsto, ad esempio, dai Decreti Ministeriali n. 65 e n. 66 del 2023.

Ogni istituto scolastico beneficiario di questi fondi pubblica appositi bandi di selezione per il reclutamento di personale destinato alla realizzazione delle attività progettuali. Tali avvisi prevedono in genere una priorità per il personale interno, ma consentono anche il ricorso a personale esterno qualora non vi siano disponibilità.

Tra gli esperti esterni, possono candidarsi sia docenti in servizio presso altre scuole sia, se previsto, docenti in pensione, a condizione che siano in possesso delle competenze, dei titoli e dei requisiti richiesti dal singolo bando. È quindi fondamentale consultare costantemente e con attenzione i singoli avvisi pubblicati dalle scuole di interesse, per verificare i criteri di ammissione e le modalità di presentazione della candidatura.

Formazione, tutoraggio e partecipazione agli organi collegiali

Sebbene non sia una prassi diffusa, può accadere che alcune istituzioni scolastiche decidano di affidare a docenti in quiescenza incarichi di affiancamento e tutoraggio, ad esempio a beneficio dei docenti neoassunti o di recente nomina. Tali incarichi possono riguardare attività di formazione sul campo o di supporto metodologico, e sono solitamente regolati da specifici bandi o avvisi pubblici, le cui condizioni devono essere attentamente verificate caso per caso.

Analogamente, possono essere previste collaborazioni consulenziali nell’ambito di progetti educativi, valutativi o legati all’innovazione didattica. In questi contesti, l’esperienza e le competenze maturate dai docenti in quiescenza possono rappresentare un valore aggiunto per la scuola, soprattutto se finalizzate al miglioramento dell’offerta formativa o alla progettazione di interventi mirati.

Infine, Collegi Docenti o Consigli di Istituto potrebbero, in casi specifici, invitare docenti in pensione a partecipare a singole sedute in qualità di esperti esterni o consulenti, per offrire un contributo su temi di particolare rilevanza per la comunità scolastica.

L’attività ispettiva

Nel quesito posto, la lettrice menziona le attività ispettive, per cui, però, sono previsti dei requisiti molto stringenti.

Il Decreto ministeriale n. 42 del 21 febbraio 2022 ha determinato le modalità di esercizio della funzione tecnico-ispettiva. Secondo quanto riportato dal riferimento normativo, il corpo ispettivo ministeriale è costituito dai dirigenti tecnici con funzioni ispettive. Si tratta di un vero e proprio ruolo dirigenziale, per cui è prevista apposita procedura concorsuale.

Dunque, non è consentito assumere tale incarico in quanto gli ammessi a partecipare sono dirigenti o docenti (con anzianità di servizio generalmente pari ad almeno 10 anni) regolarmente in servizio.

Ciò non esclude che possano essere previsti degli appositi bandi per attività consulenziali o di supporto, e non dunque di natura squisitamente ispettiva, ma si tratta di un’ipotesi alquanto remota.

Conclusioni

Le opportunità appena esposte sono quelle indubbiamente più rilevanti, sebbene non necessariamente esaustive. Il suggerimento che vale per la lettrice e per tutti i docenti in quiescenza è quello di mantenere alta l’attenzione sui bandi e sugli avvisi pubblicati a livello nazionale o locale di proprio interesse dai rispettivi uffici scolastici territoriali o dalle singole scuole.


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