Lazio

diventa negozio con spazio culturale

Il sipario del Metropolitan, chiuso ormai da quindici anni, sta per alzarsi di nuovo — ma questa volta su un palcoscenico molto diverso.

La Regione Lazio ha approvato in giunta l’accordo di programma che segna la definitiva riconversione dell’ex cinema di via del Corso in una struttura commerciale di media distribuzione.

Una decisione che mette fine a una delle vicende urbanistiche più controverse del centro storico, dove il confine tra tutela culturale e riqualificazione economica è sempre stato sottile.

Dal grande schermo alle vetrine

Il progetto, presentato per la prima volta nel lontano 2011 dalla società proprietaria DM Europa Srl, prevede una superficie complessiva di circa 2.000 metri quadrati.

Di questi, 1.800 saranno destinati a uso commerciale, mentre 318 ospiteranno una piccola sala culturale da 100 posti e altri 51 metri quadrati saranno riservati a uffici.

Per arrivare a questo punto, è stata necessaria una variante urbanistica al Piano Regolatore di Roma Capitale, visto che la destinazione a “media struttura di vendita” non era prevista dalle norme originarie.

Una svolta politica e legislativa

La svolta è arrivata con la nuova legge regionale sull’urbanistica approvata dalla giunta Rocca, che ha superato un precedente stop imposto nel 2022 dalla giunta Zingaretti.

Grazie a un emendamento firmato da Laura Corrotti (FdI), è stato rimosso il limite del 30% alla quota commerciale nelle trasformazioni di ex cinema — un vincolo che in passato aveva portato DM Europa a perdere un ricorso al TAR.

In sostanza, la nuova norma ha sbloccato definitivamente il progetto, rendendo “innocua” la vecchia sentenza e aprendo la strada all’accordo di programma approvato lo scorso 23 ottobre.

Sette milioni per la città e due cinema da recuperare

L’intesa non riguarda solo la trasformazione del Metropolitan.

Prevede infatti oneri fino a 7 milioni di euro a favore di Roma Capitale, da destinare al recupero di due sale chiuse, l’Airone e l’Apollo, tra il centro e il VII municipio. Un impegno già messo nero su bianco ai tempi dell’amministrazione Raggi, oggi rilanciato e formalizzato con la nuova delibera.

Inoltre, il Comune potrà utilizzare gratuitamente per 120 giorni l’anno la sala culturale del nuovo Metropolitan per mostre, eventi e iniziative artistiche, per i prossimi vent’anni.

Prossimi passi (e nuove ombre)

Dopo l’intesa con la Regione, servirà ora una convenzione attuativa con Roma Capitale, che dovrà concedere le autorizzazioni edilizie e commerciali entro 120 giorni dalla richiesta.

Ma la partita legale potrebbe non essere chiusa: la Fondazione Piccolo America, da sempre in prima linea contro la perdita delle sale storiche romane, ha già annunciato ricorso contro la delibera regionale.

«Abbiamo dato mandato ai nostri legali – ha dichiarato il presidente Valerio Carocci di impugnare l’atto. Non possiamo permettere che l’ennesimo cinema venga cancellato per far posto all’ennesimo centro commerciale».

Un simbolo che cambia volto

Nato negli anni Cinquanta come uno dei templi del cinema romano, il Metropolitan ha ospitato anteprime, festival e generazioni di spettatori.

Oggi, quel sipario si alzerà su un nuovo scenario — fatto di vetrine, luci e spazi polifunzionali — in cui la cultura sopravvive, ma solo in una piccola sala da cento posti. Una trasformazione che racconta, più di tante parole, la sfida eterna di Roma tra memoria e modernità.

Le foto presenti su abitarearoma.it sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione che le rimuoverà.

Scrivi un commento


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »