Discoteche, l’età dell’oro è finita: «Si esce meno per paura» – Bolzano
BOLZANO. I fratelli Favretto aprirono il Markee nel 1979. Lì, in piazza Domenicani, dove oggi sopravvive il Mirò, si è fatta la storia delle serate bolzanine. «La città usciva da un periodo in cui l’offerta per il divertimento dei giovani era davvero poca – racconta Rudy Favretto – Da subito è andata benissimo. Lavoravamo tutte le sere: dieci anni di entusiasmo e voglia di vita». Negli anni, sulla scia del Markee, sono nati altri locali in tutta la Provincia. Oggi in Alto Adige si contano 31 «sale da ballo». In centro a Bolzano ci sono tre discoteche. Poche, secondo la classifica del Sole 24 Ore, pubblicata ieri, che mette Bolzano all’ultimo posto nella categoria “Divertimento e tempo libero”.
Il settore è in crisi, l’offerta è poca ma, allo stesso tempo, molti giovani non frequentano questo tipo di movida serale. Per chi conosce il settore, il problema più grande riguarda la percezione di insicurezza. «Quando abbiamo aperto alla fine degli anni Settanta non avevamo nemmeno i buttafuori – racconta Favretto – c’era più tranquillità, anche nel vivere la serata. In dieci anni al Markee non abbiamo praticamente mai visto una rissa. Poi abbiamo aperto il locale Nephenta a Merano. Arrivavano le carovane da Bolzano: anche lì abbiamo trascorso cinque anni bellissimi. Poi abbiamo aperto il Nafta: la prima “mega” discoteca Alto Adige. Lì abbiamo cominciato ad avere i primi problemi con la sicurezza: la società stava cambiando». Mentre oggi? «C’è più aggressività. Più balordi che escono per fare confusione. Molti non si sentono al sicuro a frequentare la vita notturna. Mentre i gestori devono investire tanti soldi nella sicurezza, e credo sia una delle ragioni per cui ci sono pochi locali – prosegue Favretto – Oggi bisogna avere coraggio per aprire un locale. Fortunatamente qualcuno ancora ce l’ha».
Le discoteche oggi
Michael B. Plattner, giovane imprenditore, ha preso in gestione la nota discoteca “Okay” a inizio 2020. Non proprio un periodo felice per i locali. Ha tenuto duro e la discoteca è un punto di riferimento per la movida bolzanina. «I locali in città forse sono troppo pochi, se ci fosse più offerta magari più persone verrebbero a fare festa in città, anche da fuori Bolzano. Però dipende da serata a serata: ci sono momenti – come Halloween o Capodanno – dove c’è tanta gente che ha voglia di stare fuori a divertirsi. Altri periodi in cui, invece, pare che tre locali in centro bastino e avanzino», racconta. Sopravvive quindi la serata “occasionale”, mentre nel tempo si sarebbe perso, soprattutto tra i giovani, l’appuntamento fisso del sabato sera in discoteca. «Dal Covid in poi sono cambiate molte cose – prosegue Plattner – I ragazzi nati tra il 2000 e il 2005 hanno passato chiusi in casa due anni importanti della loro crescita. Sono stati costretti a rimanere in casa proprio nel periodo in cui si inizia ad uscire, a vivere le prime esperienze. E questo si nota molto in una generazione diversa: più appassionata di sport, che magari preferisce la montagna di domenica che la discoteca, che ha uno stile di vita diverso. Questo va benissimo – sorride – Però forse si è persa un po’ la socialità. I locali svolgono un ruolo fondamentale nell’incontro tra le persone, anche italiani e tedeschi che la sera frequentano gli stessi posti».
Riguardo alla sicurezza, il giovane imprenditore conferma le difficoltà nel garantire un’esperienza «tranquilla».«Abbiamo i buttafuori all’ingresso per non fare entrare persone moleste o violente all’interno del locale. Ma già in coda ci sono alcuni che li minacciano, o si atteggiano in modo aggressivo – sospira – Purtroppo non c’è più il rispetto per il personale di sicurezza».