Dire solo no non basta, abbiamo delle proposte
Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday
In questi giorni i Comuni dell’Unione della Romagna Faentina si apprestano a deliberare in merito alla costituzione di una società consortile, espressione di un Partneriato pubblico privato istituzionalizzato frutto di un percorso di coprogettazione avviato nell’aprile 2023 ai sensi del Codice del Terzo Settore, a cui affidare la gestione dei servizi sociosanitari residenziali per anziani del territorio.
La scelta, annunciata e discussa nel corso di incontri che si sono tenuti, dietro sollecitazione della CISL Romagna, a partire dal gennaio 2024, è stata ribadita, dopo la recente pronuncia della Corte dei Conti Emilia Romagna interpellata in proposito. In questo quadro, dove permangono anche tutte le difficoltà derivanti dai maggiori costi rispetto al privato denunciati dai gestori pubblici, si colloca la scelta annunciata dalle Amministrazioni comunali, dichiaratamente volta a recuperare maggior efficienza gestionale, essendo l’ASP della Romagna Faentina afflitta ormai da troppo tempo da importanti perdite, pressoché costanti e strutturali, coperte prima attraverso l’erosione di riserve proprie e poi con risorse dei bilanci comunali.
Come CISL siamo da sempre favorevoli alla salvaguardia e ovunque possibile ad una crescita della gestione diretta pubblica di servizi come quelli in questione, lo dimostrano le posizioni assunte sia a livello regionale, nel corso dei confronti sul nuovo accreditamento, sia nel caso specifico della Romagna Faentina con il sostegno convinto al fallito progetto di reinternalizzazione del Fontanone di fine 2020. In un contesto così inedito, anche per la portata che potrebbe avere, crediamo però non sia sufficiente dire dei no. Occorre piuttosto restare saldamente all’interno di un cambiamento che parrebbe deciso e lavorare per ottenere le maggiori garanzie possibili, aprendo la strada anche a riflessioni utili per delineare a più livelli, primo tra tutti quello regionale, i confini di simili operazioni.
Per questo motivo di fronte alla concreta possibilità che i vari Consigli comunali deliberino favorevolmente in merito al percorso prospettato, pur prendendo atto delle attenzioni contenute a livello statutario rispetto alla composizione dei vertici della nuova società ed alle maggioranze decisionali stabilite, come CISL Romagna in accordo con tutte le Categorie coinvolte, ribadiamo le richieste già avanzate nel corso del confronto, affinché il dibattito possa tenerne conto, originando formali impegni e indicazioni. Primo tra tutti chiediamo che il personale di ASP che opererà nella nuova società mantenga il rapporto di lavoro con ASP, con applicazione del CCNL Funzioni Locali via via nel tempo vigente e della relativa contrattazione decentrata di ASP; andranno inoltre garantite l’attuale sede di lavoro, salvo diversa richiesta personale, e la ricollocazione con mantenimento del contratto pubblico in caso di sopraggiunta inidoneità parziale o totale alla mansione.
Inoltre, al fine di mantenere competenze professionali pubbliche sul campo, il personale di ASP in servizio presso la nuova società, cessante a qualsiasi titolo, andrà sostituito con altrettanto personale pubblico. L’utilizzo delle risorse, fino a ieri versate dai Comuni per la copertura delle perdite di ASP ed ora, secondo quanto dichiarato, non più necessarie a questo scopo, crediamo dovranno essere oggetto di specifico confronto. Lo stesso avverrà per le risorse che, sempre secondo quanto dichiarato, si libereranno in ASP e che potranno quindi essere destinate a nuovi servizi.
Riteniamo che ogni eventuale intervento su rette e tariffe attualmente applicate ai posti a libero mercato oggi gestiti da ASP sia oggetto di confronto preventivo. Crediamo fondamentale avviare un confronto volto ad introdurre l’ ISEE quale criterio di equità nella definizione di rette e tariffe.
Chiediamo inoltre ai futuri soci, pubblici e privati, della nuova società di garantire: i livelli e la qualità dei servizi conferiti al nuovo soggetto, come punto di partenza per un loro ulteriore miglioramento; il requisito dell’unicità gestionale, così come previsto dalla delibera regionale sull’accreditamento; l’applicazione del CCNL della cooperazione sociale al personale eventualmente assunto dalla nuova società; diritto di prelazione nelle assunzioni a tempo indeterminato, da parte della nuova società, per il personale somministrato attualmente in servizio nelle strutture ASP che verranno conferite; relazioni sindacali stabili che garantiscano informazione e confronto con le OO.SS. Confederali, al pari di quanto avviene con Distretto ed ASP, in merito alla pianificazione ed organizzazione dei servizi, anche con riferimento al rispetto dei requisiti previsti dalle procedure di accreditamento; la previsione, possibilmente all’interno dello statuto della nuova società, di una eventuale revisione del progetto allo scadere dell’accreditamento ex DGR 1638/2024, che al momento parrebbe fissato al 31.12.2026.
Infine come CISL Romagna riteniamo necessario che l’Unione della Romagna Faentina si impegni formalmente a garantire il confronto sindacale confederale a monte di eventuali futuri percorsi di coprogettazione che dovessero interessare servizi alla popolazione gestiti dagli Enti Locali del territorio direttamente o tramite l’ASP. Alla stessa stregua è necessario che l’Unione aderisca formalmente alla richiesta, formulata unitariamente dalle OO.SS. Confederali con nota del 27 giugno 2024, di avviare un confronto a livello provinciale per addivenire alla firma di un protocollo che garantisca il confronto sindacale confederale a monte di eventuali futuri percorsi di coprogettazione che le Amministrazioni della provincia di Ravenna dovessero intraprendere.
Cisl Romagna
Source link