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Dimon: «L’effetto dei dazi non si è ancora fatto sentire del tutto». Bce: rischi per le banche

Gli osservatori del mercato continuano a tenere d’occhio la politica tariffaria degli Stati Uniti, in quanto permane l’incertezza. L’amministratore delegato di JPMorgan, Jamie Dimon, ha dichiarato lunedì di non ritenere che il pieno impatto dei dazi si sia trasmesso all’economia in generale. Ha avvertito che il mercato azionario potrebbe crollare quando le aziende dovranno fare i conti con i nuovi costi delle forniture. Secondo l’amministratore delegato di JPMorgan, «i mercati stanno sottovalutando i rischi geopolitici e di inflazione» e ha messo in guardia dal lasciarsi andare all’indifferenza di fronte a una serie di rischi, citando «dall’inflazione agli spread creditizi, fino alla geopolitica».

Avvertimento della Bce

Non è più ottimistico lo scenario prefigurato dalla Bce (la Banca centrale europea). Nell’anticipo della Financial Stability Review viene infatti specificato che «l’aumento delle tensioni commerciali potrebbe non solo avere effetti negativi sull’economia reale, ma anche incidere sulla stabilità finanziaria, per via degli effetti sulle banche che andrebbero da una stretta delle condizioni di finanziamento ad un aumento del costo del rischio, da una riduzione della redditività e ad una contrazione dei prestiti».

La Bce chiede alle istituzioni della zona euro di «identificare i rischi legati ai dazi e valutarne il potenziale impatto sulla stabilità finanziaria, per essere pronti ad eventuali risposte». Anche le banche dovrebbero adottare una serie di misure preventive: oltre ad avere «solidi buffer patrimoniali e di liquidità», che sono «la prima linea di difesa per assorbire gli shock», dovrebbero «diversificare i portafogli per ridurre al minimo l’esposizione a questi rischi ed eseguire stress test e analisi di scenario per comprendere come le tensioni commerciali potrebbero influenzare la loro posizione finanziaria e le loro operazioni».

Dombrovskis: incertezza pesa su crescita Ue

«L’aumento dell’incertezza globale e le tensioni commerciali stanno pesando sulla crescita Ue» e, quanto all’Italia, «nell’ipotesi di dazi al 10% in generale e del 25% per acciaio e auto, l’effetto stimato è di circa un quarto di punto percentuale sulla crescita. Sarà più limitato quest’anno, ma raggiungerà il quarto di punto l’anno prossimo». È quanto dice il commissario europeo all’Economia e alla Semplificazione, Valdis Dombrovskis, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. «Le regole fiscali – continua parlando del Patto di stabilità e della richiesta tedesca di più flessibilità – sono state riformate solo un anno fa, ora sono meno rigide. Anche le norme nazionali tedesche sono ora meno rigide di un tempo, per cui tutto ciò offre già un margine di manovra abbastanza consistente per un aumento degli investimenti in Germania. Avremo ancora discussioni. Ma ovviamente ci aspettiamo che la Germania, come gli altri Stati membri, segua le regole fiscali dell’Ue. C’è la possibilità di aumentare la spesa per la difesa di 1,5% del Pil e si può estendere il piano di rientro del debito da quattro a sette anni. Francia e Italia non intendono usare la clausola nazionale di salvaguardia per una questione di sostenibilità fiscale. La risposta a tutto ciò non può essere solo quella di continuare ad aumentare deficit e debito».

India verso intesa provvisoria con Usa in tre fasi

L’India sta trattando con gli Stati uniti un accordo commerciale per evitare dazi elevati in tre fasi con gli Stati uniti e si aspetta di raggiungere un’intesa provvisoria entro luglio. Lo riferisce Bloomberg. Secondo l’agenzia, l’accordo provvisorio dovrebbe riguardare ambiti quali l’accesso al mercato per i beni industriali e alcuni prodotti agricoli, oltre all’eliminazione di alcune barriere non tariffarie. La seconda fase prevederebbe la conclusione di un’intesa più ampia che copra 19 settori. La fase finale sarà probabilmente un accordo complessivo, che potrebbe non essere finalizzato prima del prossimo anno.


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