«Difendiamo il decoro della città»
Venezia, chiuso un negozio di souvenir per gravi infrazioni al regolamento “Antipaccottiglia”.
Proseguono i controlli della Polizia Locale e degli uffici comunali sul rispetto delle normative commerciali nel centro storico di Venezia. Negli ultimi giorni, un nuovo intervento ha portato alla chiusura di un esercizio che presentava gravi irregolarità.
Il negozio, specializzato nella vendita di bigiotteria e souvenir, era stato aperto senza la necessaria Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA). Ma la mancanza di documentazione non è stata l’unica infrazione rilevata: l’attività si trovava infatti in un’area soggetta al cosiddetto regolamento “antipaccottiglia”, che vieta l’apertura di esercizi commerciali destinati alla vendita di merce a basso costo e di scarsa qualità, come appunto gadget turistici, calamite e accessori di bigiotteria.
In altre parole, anche se fosse stata presentata una SCIA regolare, il punto vendita non avrebbe comunque ottenuto l’autorizzazione a operare. Da qui la decisione immediata di sanzionare l’attività e avviare le procedure per la chiusura definitiva.
«Era stato chiarito sia all’ex proprietaria che ai nuovi gestori – spiega l’assessore al Commercio e alle Attività produttive, Sebastiano Costalonga – che qualsiasi tentativo di riaprire un negozio di questo tipo sarebbe stato bloccato. Le regole sono state scritte nero su bianco, comunicate ufficialmente e diffuse anche a mezzo stampa. Non ci possono essere equivoci».
Il “Regolamento antipaccottiglia”, entrato in vigore negli ultimi anni, rappresenta uno degli strumenti attraverso i quali l’amministrazione comunale cerca di limitare la diffusione indiscriminata di negozi che, pur redditizi per il flusso turistico, contribuiscono al degrado estetico e culturale della città.
Al loro posto, il Comune punta a favorire attività più coerenti con la tradizione e con il decoro urbano, anche attraverso procedure di subentro: in questo caso, ad esempio, lo spazio avrebbe potuto ospitare senza problemi un negozio di biancheria intima, settore non soggetto a vincoli.
«I controlli funzionano e continueranno con rigore – sottolinea ancora Costalonga –. Chi pensa di poter aprire senza rispettare le regole deve sapere che a Venezia non c’è spazio per scorciatoie né per pratiche abusive. La nostra priorità è garantire legalità, qualità dell’offerta e rispetto del decoro urbano, tutelando i commercianti onesti e l’immagine della nostra città».
Il caso non è isolato. Negli ultimi mesi il Comune ha intensificato le verifiche sulle nuove aperture, in particolare nelle zone più frequentate dai turisti, per contrastare l’omologazione del tessuto commerciale e salvaguardare l’identità veneziana. Una scelta che non manca di suscitare dibattito: da un lato c’è chi vede nei divieti un freno all’iniziativa imprenditoriale, dall’altro chi li considera strumenti indispensabili per difendere Venezia da un turismo mordi e fuggi che rischia di snaturarne l’anima.
Di certo, il messaggio dell’amministrazione è chiaro: la lotta alla paccottiglia prosegue, e con essa l’impegno per un centro storico più decoroso e fedele alla sua storia.
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