Marche

Diaspora senza fine nella maggioranza a Fermo, se ne va anche il consigliere Lucci: «Il civismo ha fallito»

FERMO La maggioranza perde un altro tassello. Anche il consigliere Nicola Lucci, eletto con la lista Fermo Forte, ha annunciato infatti il passaggio al Gruppo misto. Una conclusione per certi versi attesa: per Lucci avevamo utilizzato nelle scorse settimane la definizione di “separato in casa”, vista una posizione di sostanziale autonomia (di analisi più che di voto) del consigliere, espressa in diverse situazioni.

Il divorzio

Ma stavolta è arrivato il “divorzio” ufficiale. «Cacciato due volte dalla maggioranza», spiega il consigliere. I motivi della sua uscita sono stati spiegati ieri pomeriggio nel corso di una conferenza stampa. Non prima di aver ricordato l’incipit della sua avventura politica. «Dopo le elezioni mi è stato proposto un assessorato, alla manutenzione. Un assessorato privo di senso. Allora ho preferito affrontare le varie problematiche da consigliere comunale. Spero almeno che le risorse risparmiate siano state reinvestite per la città». Questi anni non sono stati semplici.

Ha affermato infatti Lucci: «Sono stato cacciato dalla maggioranza ben 2 volte. La prima volta quando, pur avendo votato con la maggioranza sulla Casina delle rose, avevo dichiarato che era il caso di provare anche un’alternativa. Da lì è successo il patatrac. Ma dopo un periodo di riavvicinamento, sono stato cacciato una seconda volta sulla ‘questione Gobetti’, cioè quando ho preso legittimamente posizione sul patrocinio del comune all’evento dell’Anpi. Sono uscito con un articolo e sono stato escluso ancora dalla chat di maggioranza e non sono stato più coinvolto. A quel punto mi sono sempre sentito di votare secondo coscienza». E siamo all’oggi. Tanti i motivi di differenziazione. È lo stesso Lucci ad elencarli: «L’amministrazione ha fatto tante cose buone, di fondi con il Pnnr ne sono arrivati tanti. Sui grandi temi, però, sono stati meno incisivi: si pensi allo spostamento dell’ospedale. Occorre mettersi assieme alla Regione e ai portatori di interesse per capire cosa fare della grande struttura del Murri. Stessa condivisione deve esserci sul futuro delle grandi infrastrutture: arretramento dell’A14, della ferrovia».

Poi la Commissione sanità, di cui Lucci è presidente: «Attraverso la Commissione ho cercato di capire e di essere strumento per risolvere alcuni problemi. Sull’emodinamica, per esempio, abbiamo mosso le acque».

L’ultima assise

Anche per Lucci, è stato l’ultimo consiglio e la mozione sulla legge 194, con l’accusa di aver fatto mancare il numero legale la goccia che ha fatto traboccare il vaso: «Maggioranza in ordine sparso, il sindaco non ha tenuto le redini. Forse era giusto far passare il punto attraverso la commissione sanità, si sarebbe andati in Consiglio più preparati. Ovviamente la lista ‘La Città che vogliamo’ ha fatto una forzatura presentandola. Personalmente, rispettando i miei principi che rivendico, sono rimasto in aula a discuterla tecnicamente. Ho chiesto a Pascucci di ritirare la mozione, non è stato fatto. Legittimamente sono uscito perché non la ritenevo giusta». Tutto ciò puntualizzato, Lucci ha dunque comunicato «l’uscita dalla maggioranza e l’ingresso nel gruppo misto come indipendente. Continuerò nella maniera più seria possibile, voterò con senso di responsabilità e coscienza politica. Per il resto, penso sia giunto il momento che i partiti ritornino nell’alveo politico della città. Dobbiamo tornare ad avere un ruolo in regione». L’uscita dalla maggioranza, l’auspicio di un ritorno dei partiti. È una bocciatura del civismo? «No, ma ritengo necessario un salto di qualità».




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