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di Medioriente parla chi ha un’idea, non chi conosce la storia

“Tu condanni la strage di Deir Yassin?” chiede Maya Issa a Francesco Giubilei che risponde, dopo diverse smorfie, “io non ho problemi a condannare tutti i massacri”. Il teatrino è andato in scena a Piazza Pulita il 10 ottobre scorso, ma capita di imbattersi solo recentemente nel video. La questione è palese: Francesco Giubilei non sa di che massacro si parla. E, a quanto risulta dai suoi articoli, sembra che ci siano grossi problemi nel parlare delle nefandezze fatte dagli israeliani nei confronti del popolo palestinese.

In un recente articolo uscito su Il Giornale del 15 ottobre ci racconta degli “80 miliardi” che servono per rimuovere le macerie a Gaza. Però, Giubilei, ci tiene a sottolineare che “vari di questi edifici erano utilizzati da Hamas come rifugi o scudi”. In aggiunta: “nella ricostruzione non si può non affrontare la questione della rete dei tunnel realizzati negli anni da Hamas che Israele e gli Stati Uniti vogliono smantellare”. Chi ha bombardato Gaza non è chiaro, leggendo il commento. Non ci si può non domandare se Giubilei lo sappia o, forse, è più importante sottolineare quanto Hamas sia diabolico? E i bombardamenti aerei israeliani? Le vittime civili?

D’altra parte, per Giubilei, alfiere del nuovo conservatorismo italiano, che sa, invece, di populismo mischiato alla solita mediocrazia di un paese incapace di produrre intellettuali – né a destra né a sinistra –, aveva le idee chiare sulla Global Sumud. “Della Global Flotilla e sulla sua importanza umanitaria, è caduta la maschera svelando le reali finalità della missione: tutt’altro che umanitari, gli intenti sono chiaramente politici, se non addirittura strategici”. Peccato non aver mai visto Giubilei prendere una barca o un volo per andare nei campi profughi dei paesi di cui parla, quando non è impegnato a dare opinioni su altri argomenti.

C’è da chiedersi se, oltre a seguire le direttive di Google trend, che gli suggerirà l’argomento del momento, lui sappia almeno la geografia dei paesi di cui discute. Ma, ormai, è chiaro che a parlare del Medioriente in Italia ci si mettano solo quelli che hanno una idea, una opinione. Non quelli che ne conoscono la storia. Altrimenti alla domanda se condanna “Deir Yassin”, dove nel 1948 120 miliziani ebrei hanno sterminato 107 civili palestinesi, in una pulizia etnica che ha dato avvio al piano di costruzione di un nuovo mondo – Israele -, Giubilei avrebbe probabilmente dovuto rispondere: certo, è stato un fatto gravissimo.

Al diavolo la Storia, basta avere una idea. Viviamo in mediocrazia.


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