Design the Future: perché oggi la chiarezza è l’unico vero lusso
H-Farm non è un semplice campus immerso nella campagna veneta; è uno di quei luoghi dove si intuisce che il futuro non si prevede, ma si costruisce. Startup, laboratori, studenti internazionali, professionisti che rimbalzano da un edificio all’altro come se l’innovazione fosse un magnete invisibile. Qui, dal 2017, Audi Italia sperimenta progetti educativi e tecnologici che parlano di mobilità, sostenibilità e innovazione. È un ecosistema dove la creatività non è teoria, ma materia prima.
In questo scenario si è svolto “Design the Future”, un incontro che ha messo sullo stesso palco quattro voci autorevoli: Timm Barlet di Audi, Gavin Ivester di Cisco, Paolo Ciuccarelli della Northeastern University di Boston e Johannes Schafelner di Zaha Hadid Architects. Settori diversi, un unico concetto al centro: la chiarezza. Parola semplice, spesso confusa con minimalismo o sottrazione, e invece molto più profonda.
Timm Barlet, Managing Director di Audi Italia, l’ha descritta come un principio che guida il marchio verso forme essenziali e idee senza rumore di fondo. Non si tratta di togliere per rendere povero, ma di ripulire per rendere evidente ciò che conta davvero. La recente Concept C, svelata da Massimo Frascella, Chief Creative Officer Audi AG, a settembre al Portrait di Milano, con le sue linee pulite e il linguaggio Radical Next, ne è stata l’esempio più lampante: un modo per dire che il design può diventare bussola, non decorazione.
Gavin Ivester, Vice President Design di Cisco, che vive nella complessità delle infrastrutture digitali, ha ricordato quanto la chiarezza sia un modo per restituire fiducia. Quando la tecnologia smette di mostrarsi e lascia spazio all’esperienza, si crea una relazione più umana, meno intimidatoria. Per chi vive tra notifiche, piattaforme e sistemi sempre più densi, è quasi un invito a respirare: il design dovrebbe aiutarci, non metterci alla prova.
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