Dermatite bovina. SOS dal PD Nuorese: “sostegno e un approccio mirato per le aziende locali”
La diffusione della Dermatite Nodulare Bovina (LSD) in Sardegna ha raggiunto dimensioni allarmanti specialmente nelle zone interne. Per tale motivo il Partito Democratico (PD) di Nuoro sollecita una risposta più strategica e sostenibile: dal primo caso individuato il 21 giugno a Orani, i focolai confermati sono saliti rapidamente a 33, mettendo a rischio di abbattimento circa 1.800 bovini su una popolazione totale di circa 260.000 capi.
La Federazione Provinciale del PD di Nuoro avverte con forza il peso di questa situazione, che coinvolge direttamente numerose aziende zootecniche del territorio nuorese. I danni economici potrebbero essere ingenti, mettendo in grave difficoltà molte famiglie. Sebbene un sospiro di sollievo sia arrivato il 24 luglio con il decreto del Consiglio di Stato, che ha limitato l’abbattimento per due aziende agricole ai soli capi con patologia manifesta in attesa della discussione del 28 agosto, il livello di preoccupazione rimane altissimo tra veterinari e allevatori, che vedono minacciato l’intero patrimonio zootecnico bovino della regione.
La LSD è causata da un Capripoxvirus non trasmissibile all’uomo e si diffonde principalmente tramite insetti ematofagi come zanzare, tafani, zecche e mosche comuni. Questa modalità di trasmissione, unita alle pratiche di allevamento semibrado e promiscuo predominanti in Sardegna, caratterizzate da una bassa densità di pascolo, solleva seri dubbi sull’efficacia dell’applicazione del Regolamento (UE) 2020/687. Tale normativa impone l’eradicazione immediata tramite “stamping out”, una misura che si è rivelata vincente nel focolaio lombardo grazie all’allevamento intensivo, che ha permesso l’isolamento delle stalle problematiche.
Il PD sottolinea il timore di vanificare anni di lavoro, selezione genetica e adattamento delle razze locali alle specifiche condizioni agro-climatiche, per attuare un percorso profilattico non più adeguato. La patologia è ormai endemica in Sardegna e, secondo il partito, non dovrebbe più essere classificata come “Categoria A” ai sensi del Regolamento 429.
“Non possiamo che sottolineare il timore di annullare anni di lavoro”, afferma il PD, invocando azioni che siano calibrate e valutate non solo per i loro effetti sanitari, ma anche per le ripercussioni economiche, produttive e sulla biodiversità, sia nel presente che nel futuro.
L’esperienza positiva acquisita in altri contesti epidemici (Blue tongue, West Nile), così come quella maturata da altri Stati con la stessa LSD (attestata dai report ESFA 2013-2019), suggerisce una gestione basata sulla vaccinazione massiva con vaccino vivo attenuato. Questa strategia, tuttavia, dovrebbe essere seguita da un attento monitoraggio veterinario post-vaccinale (entro 90 giorni), con particolare attenzione alle specificità della razza sarda. Il PD auspica quindi l’immediato avvio della campagna vaccinale e l’inizio di una sorveglianza entomologica integrata, che aiuterà a gestire le future ondate legate alla ciclicità e allo spostamento dei vettori. Nel frattempo, la Regione e gli assessorati competenti stanno già istituendo una Task Force operativa con le ASL territoriali e stanno richiedendo ristori economici e deroghe alla movimentazione interregionale, anticipando i 24 mesi previsti.
Il Partito Democratico ha inoltre interloquito con il suo rappresentante al Parlamento europeo, Giuseppe Lupo, che si è detto disponibile a promuovere una richiesta di riclassificazione della LSD, declassandola da malattia di categoria A, dato il suo evolversi verso un quadro endemico. È stata richiesta un’azione concertata con la Francia, anch’essa colpita da focolai e che proprio oggi ha modificato il percorso del Tour de France a causa di un’emergenza. Sollecitazioni congiunte potrebbero attivare la revisione dell’elenco delle malattie ai sensi del Regolamento UE 2016/429.
Per la Sardegna, questa è una prova cruciale: una sfida sanitaria che mette a rischio l’intero patrimonio zootecnico e agro-pastorale regionale. Il settore chiede misure urgenti ma calibrate, basate sulla sostenibilità, il confronto tecnico e il rispetto delle peculiarità territoriali. Senza ulteriori indugi.
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