Dentro la storica visita di re Carlo in Vaticano: la preghiera con Papa Leone XIV nella Cappella Sistina e gli altri nove appuntamenti della giornata
Carlo, un uomo di profonda fede e di grande spiritualità
Carlo nutre una profonda passione per la religione e la spiritualità. Fin dai primi impegni ufficiali dopo la morte della madre, il re ha incontrato vescovi, sacerdoti, imam e rabbini. In una delle prime occasioni, durante un ricevimento per i leader religiosi a Buckingham Palace, ha promesso di “proteggere lo spazio della fede stessa” e di sostenere le numerose “religioni, culture, tradizioni e credenze cui il nostro cuore e la nostra mente si rivolgono”.
Particolarmente marcato è il suo interesse per la religione ortodossa, la stessa dei suoi nonni paterni, cui il padre dovette rinunciare per sposare la regina Elisabetta nel 1947. La madre del duca di Edimburgo, la principessa Alice, era così devota che, separata dal marito, divenne poi suora greco-ortodossa. Carlo ha visitato tutti i luoghi simbolo dai monasteri del Monte Athos in Grecia alle tombe dei suoi antenati ortodossi più devoti.
Nel 2016, da principe di Galles, ha visitato in Israele la Chiesa russa di Santa Maria Maddalena sul Monte degli Ulivi, rendendo omaggio con fiori, candele e canti liturgici. Proprio l’influenza di testi sacri come la Filocalia, tradotta in inglese da Philip Sherrard, ha alimentato la convinzione del re che la crisi ambientale sia anche una crisi spirituale. E a Highgrove, ispirato dai suoi viaggi sul Monte Athos, Carlo ha realizzato un santuario privato che unisce elementi anglicani e ortodossi, in cui la spiritualità e il rispetto per l’ambiente si fondono. Qui il re medita, prega e riflette sulla propria visione del mondo.
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