Decreto Maturità, Buondonno (SI-Avs): “Misura illegittima e repressiva che umilia tanto gli insegnanti quanto le studentesse e gli studenti”
Il nuovo decreto esami di Stato approvato dal governo continua a suscitare polemiche. Secondo Giuseppe Buondonno, responsabile Scuola e Università di Sinistra Italiana – Avs, la scelta di tornare a chiamare la prova finale “Maturità” non rappresenta solo un dettaglio linguistico, ma è il segno di una “vera e propria allergia della destra verso la natura pubblica dell’istruzione”.
Per l’esponente di Avs l’operazione ha infatti un carattere nostalgico e nessuna utilità per il sistema scolastico, riducendosi a una scelta politica dal forte valore simbolico.
Commissioni ridotte e risorse destinate alle armi
Uno dei punti più contestati da Buondonno riguarda la riduzione dei membri delle Commissioni d’esame, che passano da sei a quattro. Una modifica che, secondo il dirigente di SI-Avs, non produrrà reali benefici, visto che il risparmio economico derivante sarà “irrisorio” e non verrà reinvestito nella scuola. Nella sua dichiarazione sottolinea come le risorse così liberate finiranno invece per alimentare l’incremento della spesa militare, come previsto nella prossima legge di bilancio. “Miliardi saranno sottratti ai diritti e ai servizi dei cittadini – ha evidenziato – per finire prevalentemente nella copertura del debito pubblico statunitense”.
Silenzio all’orale e rischio bocciatura
L’accusa più grave mossa dall’esponente dell’opposizione riguarda però l’articolo che prevede la bocciatura automatica degli studenti che si presentassero in silenzio alla prova orale, anche con un punteggio già sufficiente maturato tra credito scolastico e altre prove. Una norma giudicata “ai limiti dell’illegittimità” e che, nella lettura di Buondonno, introduce una misura esclusivamente repressiva. Per gli studenti significherebbe veder cancellati risultati acquisiti legittimamente, mentre per i docenti, i Consigli di Classe e le stesse Commissioni d’esame rappresenterebbe un ulteriore svuotamento della funzione valutativa, ormai subordinata a vincoli imposti dall’alto. “Si tratta di un provvedimento che umilia tanto gli insegnanti quanto le studentesse e gli studenti”, ha concluso Buondonno.
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