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Decius Vol. II (Splendour & Obedience): Tra libido acid ed estasi da club :: Le Recensioni di OndaRock

Electro-disco, electro-house, acid-house. Questi i territori calpestati dal collettivo britannico capitanato dalla voce di Lias Saoudi, già anima dei Fat White Family, la cui somma alchemica con i tre producer sfocia in un impasto sonoro dal taglio edonista e spudoratamente carnale: una danza viscerale in bilico tra il gemito, l’estasi e il rito della seduzione. “Vol. II (Splendour & Obedience)” è il secondo capitolo di un percorso iniziato nel 2022 tra le mura ruvide del Berghain e altri templi Lgbtq-friendly, da cui questo idioma notturno trae linfa e vocazione. Impossibile non percepire i fantasmi di Frankie Knuckles e delle prime stagioni della Chicago-house, ma anche le vertigini disco evocate da Giorgio Moroder: un sound lascivo e discotecaro che pare riesumato da un altare anni Ottanta, se non fosse per la cura degli spazi sonori e per architetture ritmiche che sfruttano con furbizia le potenzialità del digitale.

Pensiamo ai Crazy P sotto acido e otteniamo “Ghent” e “Ibrahim”, dove la voce è vischiosa, e la marea dei bassi pompati trascina in una libido senza fine. Quella dei Decius è un’orgia sotto sbornia, l’eccesso voluttuoso che si moltiplica tra le luci liquide di un dancefloor che non conosce l’alba. Ma affiorano anche diverse zone grigie. Più che difetti, sono vuoti. Manca un songwriting memorabile: l’impiego di strumenti vintage, per quanto animati da un’aria quasi pop, non basta a costruire un’identità inequivocabile. I mugolii di Saoudi divertono, solleticano, ma restano per lo più orpelli.

Si avverte il desiderio di sedurre tutti, e questa spinta inclusiva rischia di smussare le scosse. La sensazione è che tutto miri più a generare un humus saturo di alcol, carezze sintetiche e promiscuità, che a scolpire qualcosa nella pietra. Le alterazioni electro-tech si lasciano attraversare, fanno increspare le labbra in un sorriso, il corpo in un accenno di moto, e poi scivolano sul fondo, come memorie da after che forse non si racconteranno mai. A meno che l’intento non sia proprio quello: creare l’habitat distratto per una festa.

21/04/2025




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