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Dazi Usa-Ue, l’accordo secondo Washington e Bruxelles: i punti da chiarire

(Adnkronos) –
L’accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea sui dazi non appare chiarissimo, a poco più di 48 ore dalla stretta di mano tra il presidente americano Donald Trump e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Se l’applicazione di tariffe del 15% su prodotti europei destinati al mercato Usa appare centrale – al netto di eventuali esenzioni – sono diversi i punti che non hanno contorni definiti. Il confronto tra il documento diffuso dalla Casa Bianca e quello pubblicato dalla Commissione europea evidenzia una distanza tra le due posizioni messe nero su bianco.  Se Washington afferma che “l’Unione Europea investirà 600 miliardi negli Usa durante la presidenza Trump”, per Bruxelles “le imprese dell’UE hanno espresso interesse a investire almeno 600 miliardi di dollari (circa 550 miliardi di euro) in vari settori negli Stati Uniti entro il 2029”. Come hanno spiegato fonti Ue, si tratta di “un’intenzione”. L’Unione europea, in quanto autorità pubblica, non può “garantire” investimenti privati: la cifra, quindi, sostanzialmente una stima che si basa sulle “intenzioni delle aziende private”.   Nella nota dell’Unione europea si sottolinea la volontà di “unire le forze per proteggere i settori dell’acciaio, dell’alluminio e del rame da una concorrenza sleale e distorsiva. La sovraccapacità globale minaccia sia l’industria dell’Ue che quella degli Stati Uniti. Insieme, l’Ue e gli Stati Uniti stabiliranno contingenti tariffari per le esportazioni dell’UE a livelli storici, riducendo le attuali tariffe del 50 % e garantendo nel contempo una concorrenza globale leale”. 
Per la Casa Bianca, però, acciaio e alluminio non si toccano. “L’Unione Europea pagherà agli Stati Uniti un’aliquota tariffaria del 15%, anche su auto e componenti auto, prodotti farmaceutici e semiconduttori. Tuttavia, i dazi settoriali su acciaio, alluminio e rame rimarranno invariati: l’Ue continuerà a pagare il 50% e le parti discuteranno sulla sicurezza delle catene di approvvigionamento per questi prodotti”, la nota americana.  Differenze possono essere ravvisate anche quando si parla di acquisizione di equipaggiamenti militari: gli Usa sottolineano che “l’Unione Europea ha accettato di acquistare ingenti quantità di equipaggiamento militare statunitense”. L’approvvigionamento di “armi” non è una questione di “competenza della Commissione europea, ha precisato un alto funzionario Ue, e l’annuncio trionfale di Trump, in materia, è “un’espressione delle aspettative”.  
C’è poi il capitolo relativo all’acquisto di energia: l’Ue dovrebbe versare 750 miliardi agli Usa in 3 anni. Per la Casa Bianca è tutto definito, con acquisti per 750 miliardi di dollari entro il 2028. “Ciò rafforzerà il predominio energetico degli Stati Uniti, ridurrà la dipendenza europea da fonti contrapposte e ridurrà il nostro deficit commerciale con l’Ue”. Anche nella nota di Bruxelles si afferma che “l’Ue intende acquistare prodotti statunitensi di gas naturale liquefatto, petrolio e energia nucleare per un valore atteso di 750 miliardi di dollari (circa 700 miliardi di euro) nei prossimi tre anni. Ciò contribuirà a sostituire il gas e il petrolio russi sul mercato dell’Ue”. Secondo l’analisi del Financial Times, però, l’impegno europeo è “irrealizzabile” e fondato su “numeri campati in aria”. Il quotidiano evidenzia lo scetticismo degli analisti per un piano carente di dettagli e un obiettivo “che coinvolge decisioni di aziende quotate in borsa, in un continente che cerca anche di decarbonizzare la propria economia”.   Per Trump, sostanzialmente, l’accordo è un obiettivo raggiunto. Per l’Unione europea, la questione appare ancora fluida. “L’accordo politico del 27 luglio 2025 non è giuridicamente vincolante. Oltre a intraprendere le azioni immediate impegnate, l’Ue e gli Stati Uniti negozieranno ulteriormente, in linea con le rispettive procedure interne pertinenti, per attuare pienamente l’accordo politico”, afferma Bruxelles.  
Dagli Usa, nelle stesse ore, parla il segretario al Tesoro americano, Scott Bessent. “Il presidente Trump crede che questo sia un buon accordo, sulla carta è l’accordo del secolo e io sarei sorpreso se nel tempo la Ue non dovesse mantenere la sua parte”, dice a Cnbc. Se l’intesa non venisse rispettata, “il 15% del livello dei dazi potrebbe cambiare”. Agli Usa interessano in particolare i 600 miliardi di dollari di investimenti Ue: questo aspetto “sarà monitorato attentamente” dal governo americano, “una gran parte” di questi investimenti saranno in acquisti nel settore della Difesa, l’acquisto di prodotti agricoli o l’apertura di stabilimenti industriali negli Stati Uniti da parte di società europee.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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