Ambiente

Dazi: Pecorino Romano e ministero preparano contromisure – Prodotti Tipici

Il 40% di prodotto esportato nel Usa nel 2024 rappresenta un grado di dipendenza elevato per il Pecorino Romano Dop, oggi tra i comparti caseari più esposti ai nuovi dazi americani del 15%, ai quali si aggiunge lo sfavorevole cambio dollaro-euro. Per questo le interlocuzioni tra il Consorzio di tutela e il ministero dell’Agricoltura proseguono a ritmo incessante: oggi una nuova call tra il presidente del Consorzio Gianni Maoddi e il ministro Francesco Lollobrigida, sotto il cappello di Origin. e che coinvolgerà anche altre realtà italiane che stanno vivendo giornate di passione dopo l’imposizione della nuova tassa, L’obiettivo è studiare delle contromisure che possano, in qualche modo, sterilizzare l’aumento dei dazi dal 10 al 15%.

    “Con il ministro c’è un rapporto diretto e di continuo confronto, come mai è successo nel passato. E’ a conoscenza della situazione e ci ha messo a disposizione tutto il suo staff, anche per le interlocuzioni con Bruxelles e Washington – spiega Maoddi all’ANSA – sono convinto che se non dovessimo riuscire ad avere un’esenzione o ribasso, il comparto non verrà abbandonato, come ci ha confermato lo stesso ministro”.
    Le ipotesi di lavoro sono diverse ma passano attraverso politiche di compensazione, “come ad esempio un’attività di ritiro del prodotto dal mercato con nuovi bandi indigenti per le eccedenze nei magazzini che sono tarati per quel mercato. Poi ci sono continue interlocuzioni anche con la Regione a cui proponiamo di contribuire con fondi regionali da aggiungere a quelli del ministero”.

    Nel frattempo dopo un aprile molto buono sul fronte delle vendite di Pecorino Romano dop negli Stati Uniti, “una corsa all’acquisto con gli americani hanno fatto un po’ di scorta prima dei nuovi dazi”, a maggio, ultimo dato ufficiale, c’è stato un calo del 50% delle vendite. “Adesso – conclude Maoddi – stiamo a vedere cosa succederà da qui a settembre. E’ bene ricordare però che questa situazione non colpisce solo i consumi del mercato americano ma anche il mercato interno: chi vede un futuro con un ribasso di prezzi è attendista, facendo rallentare ulteriormente le vendite”.
   

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