Friuli Venezia Giulia

Dazi in Friuli Venezia Giulia, stimati danni fino a 400 milioni. Pesa la svalutazione del dollaro

06.05.2025 – 11.00 – Emergono nuovi dati e stime sugli impatti dei dazi degli Stati Uniti nei confronti del Nord Est, con specifico riferimento a Veneto e Friuli Venezia Giulia. Se la Serenissima accusa i danni maggiori, anche il FVG risulta avere perdite rilevanti; sebbene il quadro geopolitico sia talmente incerto e le decisioni del presidente Trump tanto erratiche da rendere difficili reali previsioni. Non sarebbe certo la prima volta che i dazi, nell’arco di una settimana, vengono modificati al rialzo o al ribasso; o ancora modificati per specifiche categorie di merce. Tenendo in considerazione dazi al 15% secondo il Centro studi della CGIA (Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre) il Veneto dovrebbe perdere 2 miliardi e il FVG 400 milioni all’anno; non solo mancanza di export, ma pure costi indiretti. Tra quest’ultimi annoveriamo possibili delocalizzazioni, calo dei margini di profitto e costi per il sostegno al reddito dei lavoratori coinvolti. La crisi verrebbe inoltre aggravata dalla svalutazione del dollaro che danneggerebbe l’export italiano. Impossibile stimare infine, in questo quadro, gli effetti a catena dei dazi: instabilità commerciali, rialzi dei prezzi e in generale costi crescenti, destinati a ricadere sulle spalle dei consumatori.

Non è tutto grigio, tuttavia: Veneto e Friuli Venezia Giulia esportavano infatti negli USA soprattutto beni di lusso che, come tali, sono meno danneggiati dai dazi. Il 43%, secondo la CGIA, dei prodotti esportati è di qualità elevata, il 49% di fascia media; è lecito ipotizzare che, a meno di dazi ‘folli’ sull’esempio cinese, i cittadini americani continueranno a preferire la qualità del Made in Italy. Il riferimento è alle fasce di dirigenti e imprenditori; in generale consumatori ad alto reddito. L’export era già diminuito nel 2024, con un calo del 3,8% (-291 milioni) in veneto e dell’1,2% (-29 milioni) in FVG.

[z.s.]




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