Economia

Dazi, è l’ultimo giorno. L’Ue: “La firma può slittare ma ci aspettiamo tariffe al 15% da domani”

ROMA – È l’ultimo giorno per trovare un accordo con la Casa Bianca, poi dall’1 agosto entrano in vigore i dazi sanciti nelle lettere firmate da Donald Trump e inviate Paese per Paese. O in alternativa, per chi non ha ricevuto la missiva ma era indicato nella tabella colorata del 2 aprile, quelli decisi nel Liberation Day. Regno Unito, Giappone, Vietnam, Filippine, Indonesia. Per ultima, Corea del Sud. Questi Paesi hanno già trovato un punto di incontro, stabilito una tariffa all’export verso gli Usa e piani di investimento. Poi c’è l’Unione europea. Nella tenuta del campo da golf del presidente americano Ursula von der Leyen e Donald Trump hanno raggiunto una intesa politica che va ora formalizzata. Il presidente Usa esulta: “I dazi rendono l’America di nuovo grande e ricca”.

La dichiarazione congiunta Usa-Ue

Entro l’1 agosto Bruxelles e Washington devono firmare una dichiarazione congiunta che sancisca il patto scozzese. La dichiarazione, si è affrettata a chiarire l’Europa, non ha alcun valore giuridico. Dopo l’incontro di iTurnberry però i due attori hanno rilasciato interpretazioni contrastanti dell’accordo. Non è chiaro a quali settori sia applichino le tariffe al 15%, quali settori sono eventualmente esclusi, quali impegni sono stati presi sugli investimenti e sulle modifiche alle regolamentazioni per abbattere le barriere non tariffarie.

Oggi, 31 luglio, il portavoce della Commissione Ue ammette che la dichiarazione congiunta attesa entro l’1 agosto può slittare. I negoziatori dell’Ue e degli Usa, dice Gill, “stanno lavorando, come concordato, per finalizzare la dichiarazione congiunta, basandosi sull’accordo raggiunto tra la presidente von der Leyen e il presidente Trump. Comunicheremo una tempistica più precisa quando sarà conosciuta. Nel caso in cui serva più tempo per finalizzare la dichiarazione congiunta, dopo il primo agosto, l’Ue ha la chiara aspettativa che gli Usa attuino i dazi generalizzati concordati al 15% e le esenzioni al tetto dei dazi al 15% delineate dalla presidente von der Leyen domenica scorsa” a partire da domani.

Questo significa, continua, “che da domani avremo l’immediato alleggerimento dei dazi, per ottenere il quale abbiamo lavorato tanto duramente. E, quindi, avremo una posizione molto più forte in termini di stabilità e prevedibilità per le imprese e i consumatori dell’Ue. Gli Usa hanno preso questi impegni: ora sta agli Usa attuarli, la palla è nel loro campo. I negoziati per ottenere ulteriori esenzioni continuano”, conclude.

Trump: “I dazi rendono l’America grande e ricca”

“I dazi stanno rendendo l’America di nuovo grande e ricca”. Lo scrive su Truth il presidente americano Donald Trump. “Sono stati usati con successo contro gli Stati Uniti per decenni e, insieme a politici davvero stupidi, patetici e disonesti, stanno avendo un impatto devastante sul futuro, e persino sulla sopravvivenza, del nostro Paese”, scrive. “Ora la tendenza è completamente cambiata e l’America ha contrastato con successo questo assalto di dazi usati contro di essa. Un anno fa, l’America era un Paese morto, ora è il Paese più ‘attraente’ del mondo”.

Dazi, nodi da sciogliere sull’accordo Usa-Ue: dal vino alla web tax

Quando la Commissione Ue e la Casa Bianca hanno diffuso i loro comunicati per presentare l’intesa raggiunta in Scozia, sono emerse evidenti differenze. Le due versioni in alcuni punti sono contrastanti , si attende maggiore chiarezza dalla dichiarazione congiunta per cui ora potrebbe essere necessario qualche giorno più del previsto. Alla vigilia della scadenza dell’ultimatum al mondo di Trump sui dazi, la Commissione ha chiarito alcune questioni.

Primo: anche senza dichiarazione congiunta, da domani l’Ue si aspetta che Washington applichi alle sue merci dazi al 15%, come sancito in Scozia, esenzioni comprese. Secondo: proporio sul capitolo esenzioni, Bruxelles fa sapere che “rimane determinata a raggiungere e garantirne il numero massimo”, ma “non ci aspettiamo che vini e liquori siano inclusi tra il primo gruppo di esenzioni annunciate domani dagli Stati Uniti. Pertanto questo settore, come tutti gli altri settori economici, sarà soggetto al 15%”.

Terzo, capitolo web tax. “L’Ue e i Paesi membri hanno il diritto sovrano di legiferare sulle attività economiche in Europa, comprese le infrastrutture digitali. Lo scorso anno a febbraio abbiamo pubblicato il libro bianco” sul dossier e “riteniamo che imporre una tassa di rete” digitale, il cosiddetto fair share, ovvero l’equo contributo che le Big Tech dovrebbero pagare per l’uso delle reti, “non sia una soluzione praticabile”. Lo ha detto un portavoce della Commissione Ue, interpellato sull’inclusione del digitale nell’accordo Ue-Usa sui dazi. “È importante chiarire che questa esenzione non si applicherebbe soltanto alle aziende Usa”, ha aggiunto.


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