Dario Della Rossa incontra gli studenti dell’Università della Calabria
Dario Della Rossa, tastierista della Brunori Sas, ha incontrato gli studenti del corso di laurea in Dams dell’Università della Calabria. Un’avventura che parte dall’Unical, passa per Radio Ciroma, approda ai palazzetti e al palco più ambito d’Italia. E ora ritorna alle sue radici.
ARCAVACATA (COSENZA) – L’aula Spezzaferro dell’Università della Calabria ha vibrato di un’energia unica, quella della musica autentica e senza filtri. Dario Della Rossa, tastierista della Brunori Sas, ha condiviso con gli studenti del Dams (Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo) un frammento di quell’universo sonoro che oggi definisce la scena musicale italiana contemporanea. L’incontro è stato moderato dal professor Marco Targa. Un’avventura che parte dall’Unical, passa per Radio Ciroma, approda ai palazzetti e al palco più ambito d’Italia (Sanremo, ndr). E ora ritorna alle sue radici.
Dario Della Rossa incontra gli studenti dell’Università della Calabria
Dario Della Rossa ha raccontato l’esperienza di Sanremo, sì, ma anche molto altro: il lungo percorso condiviso con Dario Brunori, il legame profondo con la Calabria, la residenza artistica all’Unical, la sua attività didattica e radiofonica, e quella sensazione intensa di «essere tornato all’Università dall’altra parte della cattedra».
«Siamo letteralmente figli di questi luoghi», afferma con emozione. Una figura poliedrica figlia di un territorio che ha saputo restituirgli molto, tanto da farne oggi il centro operativo della band. Dallo scorso anno, infatti, la Brunori Sas è in residenza all’Università della Calabria grazie a un bando vinto per creare uno spazio-laboratorio nel cuore del Campus. Alcuni locali del Teatro Auditorium Unical sono stati trasformati in uno studio di registrazione, in cui la band lavora, registra e si augura di confrontarsi presto con gli studenti. Un luogo vivo, dove la musica incontra il sapere.
«Vorremmo instaurare una collaborazione proficua con i corsi di laurea», spiega Della Rossa, «perché una cosa è studiare sui libri, un’altra è vivere le proprie passioni. E noi siamo pronti a condividere quello che abbiamo imparato, insieme a tutti gli addetti ai lavori con cui collaboriamo: dall’ufficio stampa ai produttori». Una proposta ancora in fase embrionale, come lui stesso sottolinea: «Questa parte è ancora da definire, non sappiamo che forma prenderà, se ci saranno momenti di laboratorio o di confronto, ma l’intenzione è quella di costruire un ponte tra formazione accademica e il nostro mondo».
La scelta di restare in Calabria
«Il mestiere del musicista è nomade per natura», osserva Della Rossa, «ma restare in Calabria ci permette di lavorare con ritmi più sostenibili. I tempi meridionali favoriscono non solo l’arrivo dell’ispirazione, ma anche la maturazione delle scelte creative». Una condizione che consente maggiore libertà: «Qui non siamo costretti a pubblicare un disco ogni anno o a fare hit estive per pagare l’affitto».
L’esperienza di Sanremo
Nel 2025, sul palco di Sanremo, Brunori ha cantato “L’albero delle noci”, accompagnato dall’orchestra diretta dal maestro Stefano Amato, con la partecipazione della band al completo nella serata delle cover, affiancati da Riccardo Sinigallia e Antonio Dimartino.
Il Teatro dell’Ariston è stato un passaggio importante. Non il punto di partenza, né quello di arrivo. Ma un palco che ha portato la loro musica sotto i riflettori nazionali. «Sanremo è il palco musicale più importante d’Italia. Ci ha dato sicuramente maggiore visibilità. Dario oggi è un personaggio pubblico a tutti gli effetti: ovunque andiamo, la gente lo ferma per una foto. Fa piacere, perché sentiamo un affetto enorme da parte del pubblico.
«Ciò che colpisce davvero di Sanremo è la mole di persone che lavorano dietro le quinte: tecnici, truccatori, autori. Il momento più difficile è quando vieni catapultato dal caos frenetico del backstage direttamente sul palco. È come entrare in un’altra dimensione. Restare concentrati in quegli istanti è, secondo me, la sfida più grande. È una pressione che può esaltare un artista o travolgerlo», osserva il musicista.
La partecipazione a Sanremo ha segnato un punto di svolta nel loro percorso, ma è stata solo una tappa di un cammino già avviato. Il lavoro sul disco, il tour nei palazzetti, le prove, le nuove idee: tutto si è intrecciato in un periodo intenso, senza pause. «Abbiamo finito di lavorare al disco, poi dopo l’estate è arrivata la notizia di Sanremo. A quel punto abbiamo dovuto rivedere tutto il piano: prove, organizzazione, tempi. Non ci siamo mai fermati. Finito il disco, sono iniziate subito le prove, poi il Festival e il tour… e ora anche le riprese per un documentario. In più stiamo già lavorando ad altri progetti e ci stiamo preparando per la tournee estiva», confessa Dario Della Rossa.
Brunori Sas: il progetto cantautorale
Quello della Brunori Sas è un progetto cantautorale. Le canzoni nascono da Dario Brunori, ma prendono vita collettiva attraverso un processo condiviso, in cui ogni componente della band porta il proprio mondo: dal jazz di Mirko Onofrio, all’elettronica sperimentale di Massimo Palermo, alla formazione classica di Stefano Amato fino all’esperienza di Dario Della Rossa. «Siamo la stessa band da 15 anni», sottolinea con orgoglio. Un equilibrio fatto di complicità, ascolto, visione comune. E anche qualche sorpresa: alcuni brani sono finiti nel disco in versione demo, registrati da Dario Brunori direttamente a casa con il cellulare. Perché a volte la verità emotiva di un provino supera ogni produzione.
Il nuovo album
Per il nuovo album, Dario ci ha fatto ascoltare alcuni provini e delle pre-produzioni (canzoni che contenevano un’idea di arrangiamento). Da lì abbiamo iniziato a lavorare insieme, sperimentando per trovare il “vestito” più adatto a ogni brano, usando al meglio gli strumenti e le sonorità a nostra disposizione. A volte, riascoltando quello che abbiamo fatto, ci accorgiamo che le versioni iniziali avevano una forza e una sincerità che rischiano di perdersi nelle produzioni più complesse. Alcuni provini, registrati da Dario semplicemente con il cellulare a casa, sono finiti così com’erano nel disco.
Il nostro lavoro è costruire intorno a quelle idee, cercando di valorizzarle senza snaturarle. Ne “L’albero delle noci”, ad esempio, le orchestrazioni di Stefano Amato e Mirko Onofrio hanno aggiunto una dimensione emotiva profonda, arricchendo il brano con grande delicatezza.
L’ironia di Dario Della Rossa: «Il mio riferimento musicale? Satomi»
Tra i momenti più ironici dell’incontro, anche una nota di colore personale: «Mi chiedevano chi fosse il mio riferimento alle tastiere», ha raccontato Della Rossa sorridendo. «E io rispondevo sempre: Satomi, con quei capelloni viola alle tastiere anni ’80».
Dario Della Rossa e il palinsesto di Radio Ciroma
Dario Della Rossa è anche responsabile del palinsesto di Radio Ciroma, emittente libera da cui tutto è cominciato. «Nel 2009, Dario presentò il suo primo disco qui. Mia moglie – che all’epoca non lo era ancora – lo recensì. In una trasmissione, Dario disse che cercava musicisti. Io chiamai durante una pausa musicale e mi proposi. Così è iniziato tutto».
La forza dell’ensemble, secondo Della Rossa, sta tutta in un equilibrio sottile ma solido: «La complicità, la capacità di intuire dove vogliamo andare, e l’intelligenza di Dario nel sapere quando deve smettere di essere cantautore e diventare gruppo — e quando invece il gruppo deve fare un passo indietro per lasciare spazio all’autore». Una dinamica costruita nel tempo, fondata sulla fiducia reciproca e sulla consapevolezza dei ruoli. «Dario potrebbe benissimo fare un disco solo pianoforte e voce», ammette. «Ma quell’equilibrio tra individualità e collettivo è qualcosa che ci siamo conquistati negli anni, e funziona».
Il consiglio ai giovani
«Essere curiosi. Cercare di capire cosa si muove intorno alle proprie passioni. È questo il consiglio che mi sento di dare ai giovani». Parole semplici, dirette. Come la musica di Brunori Sas: vera, accessibile, profonda. E profondamente legata a questa terra. Perché, come osserva Dario Della Rossa, «il fermento culturale calabrese fa fatica ad arrivare nel resto d’Italia, ma esiste, è vivo, e merita di essere raccontato». E oggi, attraverso la musica e la voce di chi è partito da qui, finalmente lo è.
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