Daniel Lumera: «Spesso l’energia sessuale viene impiegata – male – solo nell’atto fisico. Sublimarla è un buon modo per incrementare visione e creatività. Ecco come si fa»
«Provi a pensarci: oggi che il sesso è dappertutto, tutto è sessualizzato, se ne fa sempre meno. E sempre peggio». Il sesso e la sessualità non è argomento usuale nelle «chiacchierate» tra me e Daniel Lumera, biologo naturalista ed esperto di benessere dell’anima e del corpo, ma nel suo ultimo libro Fermati e respira, edito da Solferino, in cui approfondisce la via della meditazione dell’Ottuplice Sentiero, propria della tradizione indovedica, c’è un paragrafo che ha attirato la mia attenzione: quello dedicato a Brahmacharya, la quarta regola di Yama, che ci insegna a utilizzare consapevolmente l’energia sessuale, per elevarci in consapevolezza.
Lumera parla spesso sui suoi canali di sublimazione sessuale, ovvero di pratiche capaci di trasformare l’energia sessuale, una forza primordiale legata alla riproduzione e al mantenimento della specie, nella più potente forza generatrice, non solo di vita in senso stretto, ma anche di processi creativi geniali e in grado di incidere, se ben utilizzata e direzionata, sulla propria salute e sul proprio benessere. Lo invito ad approfondire con me l’argomento, insieme a Felicia Cigorescu, regista, direttrice artistica e fondatrice del progetto «Sacra woman», una community dedicata al risveglio del femminile, nella quale conduce anche pratiche di respirazione ovarica, una delle tecniche per portare l’energia sessuale dal primo e secondo chakra verso quelli più alti.
Felicia è anche la compagna di vita e di missione sociale di Daniel: insieme, oltre a coordinare l’International Kindness Movement e i progetti di benessere in ambito educational, stanno pensando anche allo sviluppo di relazioni consapevoli. La prima «uscita ufficiale» in quest’ambito sarà il retreat che si svolgerà in Messico, dal 28 febbraio, presso il Soul Spring Sanctuary di Xochitepec, nel cuore del Paese.
«È necessario portare una nuova visione sull’argomento: vista dall’esterno, la nostra società appare paradossalmente sessuofoba e sessodipendente al tempo stesso. Da una parte il sesso continua a essere per molti versi un tabù, collegato al peccato, alla perdizione, alla colpa, al tradimento, alla tentazione puramente carnale; dall’altra, viene costantemente “venduto” in ogni forma e modo. Lo sapeva che durante il lockdown del 2020, Pornhub, il sito gratuito di pornografia più diffuso, ha superato di gran lunga il numero di visite rispetto alla pagina del governo con le informative sul Covid-19? Il richiamo sessuale ha prevalso e prevale persino sul rischio di morte».
Sappiamo però che il sesso è importante, soprattutto in una relazione, promanando dall’istinto…
Daniel: «Vero, ma se ne ha una percezione distorta se viene ridotto tutto solo ed esclusivamente a un atto animalesco, fisico, di concupiscenza con un proprio simile, o se si pensa che serva solamente a procreare. Del sesso non viene coltivata in alcun modo la dimensione relazionale, che non è fatta solo della passione fisica: esiste una dimensione emotiva, una mentale e valoriale, una causale e anche una spirituale. Quando incontriamo un’altra persona e sentiamo di voler legarci a essa, anche solo prima di desiderarla, sarebbe importante chiedersi se c’è una condivisione di valori, di intento, di sostegno reciproco, tuttalpiù se c’è un proposito di camminare insieme come coppia. Che scopo diamo al nostro cammino? Dove siamo diretti? Cosa vogliamo creare insieme? Oggi il sesso è ridotto a un puro atto di prosecuzione della specie o a un meccanismo di compensazione: se nella coppia sussistono delle mancanze, si usa il sesso per tamponare, per ricucire o per non confrontarsi affatto».
Felicia: «Va rivisto il concetto di intimità, che non è solo quella fisica. Prima di tutto, la domanda da farsi è: sono intima o intimo con me stessa? Sono consapevole di cosa voglio, di cosa so fare, di cosa voglio fare dei miei talenti? Apparentemente, sembra che tutto questo non abbia a che fare con l’energia sessuale, ma non è così, perché la maggior parte delle persone, invece di fare un lavoro di guarigione su se stessi da soli, usa il sesso per non pensare, come anestetico per non guardare in faccia i problemi. Bisogna consapevolizzare il fatto che la relazione è un campo di conoscenza, ancora prima che dell’altro, di se stessi: quando facciamo entrare l’altro nella nostra sfera intima, ci rendiamo vulnerabili nella nostra sacralità. Se pensassimo alla coppia come a un’unione spirituale superiore, in cui due anime si mettono in comunione, quindi comunicano, allora staremmo più attenti a chi facciamo entrare dentro di noi, in tutti i sensi…».
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