“Dammi 12mila euro e non ti porto via la casa”, agente immobiliare condannato per turbativa d’asta

Sei mesi di reclusione e 150 euro di multa e risarcimento danni da liquidarsi in sede civile, oltre al pagamento delle spese processuali di costituzione di parte civile.

È la condanna inflitta dal giudice del Tribunale penale di Perugia ad un agente immobiliare di 61 anni, accusato del reato di turbata libertà degli incanti. Secondo la Procura di Perugia l’imputato “quale agente immobiliare acquirente dell’abitazione” sita in Passignano sul Trasimeno, “mediante l’offerta all’asta tenuta nell’ambito della procedura immobiliare …, per l’importo di 42.880 euro, mediante la minaccia implicita di procedere alla liberazione dell’immobile medesimo in danno” del “debitore esecutato ivi stabilmente residente e la proposta di una collusione nei termini sotto meglio specificati”, avrebbe posto “in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a turbare la gara nel pubblico incanto di cui all’asta nella procedura esecutiva sopra indicata, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla sua volontà”.

Per l’accusa l’agente immobiliare dopo “l’aggiudicazione e prima della scadenza del termine per il pagamento del saldo”, avrebbe preso contatti con l’esecutato “proponendo loro di pagargli la somma di 4.000 euro, oltre a 2.975 euro a titolo di rimborso di quanto versato a titolo di cauzione, oltre a 5.000 euro in favore della persona per conto della quale, a suo dire, aveva partecipato all’asta” affinché non procedesse al pagamento del residuo, con conseguente mancato trasferimento del bene e nuova indizione dell’asta con ulteriore ribasso del 25%, non concludendosi l’operazione per mancanza di fondi da parte” dell’esecutato.

Esecutato che, assistito dall’avvocato Francesco Brozzi, aveva chiesto 40.000 euro di risarcimento. Il giudice ha giudicato punibile il comportamento dell’agente immobiliare, ma ha mandato al giudice civile la quantificazione del risarcimento per le persone offese.