Dall’Ucraina alla Cina, 50 nazionalità in una scuola: in una scuola a Treviso arriva il docente per insegnare l’italiano agli alunni stranieri. INTERVISTA
Quasi 500 ragazzi con gli occhi che brillano di mille mondi diversi siedono ogni mattina nei banchi dell’istituto comprensivo Luigi Coletti di Treviso.
Quasi la metà degli studenti porta con sé storie che attraversano continenti – dalla Cina al Marocco, dalla Romania all’Ucraina – ma spesso resta intrappolata nel silenzio linguistico che impedisce di raccontarle. Per la prima volta nella storia dell’istituto scolastico, una cattedra specializzata nella classe di concorso A-23 si dedicherà esclusivamente a trasformare il silenzio in parole che aprono futuro
L’istituto comprensivo apre un nuovo capitolo nell’integrazione scolastica degli studenti stranieri con l’introduzione della prima cattedra specializzata per l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua.
La dirigente scolastica Angela Ferraro, ai microfoni di Orizzonte Scuola, annuncia l’arrivo del docente di ruolo con classe di concorso A-23 che opererà nei due plessi della scuola secondaria di primo grado, dove quasi la metà degli iscritti – 470 su un totale di 970 alunni – proviene da famiglie straniere. La novità rappresenta una svolta epocale per un territorio che da anni si confronta con una realtà multiculturale complessa, dove l’emergenza linguistica nelle aule ha raggiunto livelli critici.
Strategia ministeriale contro l’esclusione linguistica
L’iniziativa dell’istituto Coletti si inserisce nel quadro del Decreto Legge 71/2024, convertito definitivamente in legge lo scorso luglio, che prevede l’assegnazione di docenti specializzati nelle classi con almeno il 20% di studenti stranieri neoarrivati o con competenze linguistiche inferiori al livello A2 del Quadro Comune Europeo.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha stanziato risorse per 937 docenti specializzati in tutta Italia per l’anno scolastico 2025-2026: di questi, 751 sono destinati alle scuole del primo ciclo mentre 186 alle superiori. Il Veneto ha ottenuto l’assegnazione di 65 cattedre, collocandosi al quinto posto nazionale dopo Lombardia, Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna per numero di posti destinati all’italiano L2.
Intervento strutturale per l’inclusione reale
La docente specializzata A-23 lavorerà con un orario completo di 18 ore settimanali, formando due gruppi distinti nelle aule interculturali appositamente attrezzate in due plessi. L’intervento prevede screening iniziali, test d’ingresso e osservazioni nelle classi per individuare gli alunni NAI (neoarrivati in Italia) che necessitano di supporto linguistico intensivo.
La dirigente scolastica sottolinea come la risorsa vada oltre le iniziative già esistenti – peer education, laboratori di doposcuola e ore di alfabetizzazione – garantendo finalmente una didattica continuativa e strutturata. L’obiettivo è colmare il gap linguistico che impedisce agli studenti stranieri di accedere efficacemente alle discipline curricolari, trasformando un supporto temporaneo in uno strumento permanente di integrazione scolastica.
La sfida non è solo numerica ma pedagogica: come garantire il diritto allo studio a ragazzi che arrivano senza conoscere nemmeno l’alfabeto italiano, mentre i compagni di classe affrontano già le competenze del primo ciclo.
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