Dalle equazioni alle ricette: i corsi di cucina in tutte le scuole per insegnare la dieta mediterranea tra fornelli e social, trasformando ogni studente in nemico di sale e zucchero
A lanciare l’allarme è Anna Tagliabue, presidente della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) e docente di Scienze dell’alimentazione all’Università di Pavia, durante un’intervista rilasciata al format televisivo Medicina Top dell’agenzia Italpress.
I numeri che preoccupano
Le statistiche sui consumi alimentari degli italiani dipingono un quadro allarmante: oltre la metà della popolazione consuma meno di una porzione al giorno di frutta, verdura e cereali integrali, mentre il 70% mangia legumi solo una volta a settimana. Dati che stonano con i principi di un modello alimentare che tutto il mondo ci invidia.
“La dieta mediterranea, pur essendo un patrimonio dell’Unesco, viene seguita davvero poco”, conferma Tagliabue. “Nella nostra alimentazione ci sono sicuramente degli eccessi legati soprattutto al sale, allo zucchero e al vino”.
Gli errori più comuni
L’esperta identifica alcuni comportamenti alimentari scorretti ormai radicati nelle abitudini italiane. L’eccesso di sale rappresenta il primo problema: “In Italia siamo troppo abituati al gusto salato, quindi a volte aggiungiamo altro sale a tavola e questo andrebbe evitato”.
Non meno preoccupante è la tendenza a sostituire la frutta con i dolci, alimentando un consumo eccessivo di zuccheri. Cresce inoltre l’utilizzo di prodotti pronti e trasformati, a discapito degli alimenti freschi e naturali che caratterizzano la tradizione mediterranea.
Più di una dieta: uno stile di vita
La dieta mediterranea non è semplicemente un elenco di alimenti consigliati, ma rappresenta una filosofia di vita completa. “È valorizzazione dei prodotti locali, un insieme di valori che va riscoperto”, sottolinea Tagliabue.
I pilastri di questo modello alimentare sono ben definiti: alimenti prevalentemente di origine vegetale come frutta e verdura di stagione, cereali integrali, legumi, frutta secca e olio extravergine d’oliva, integrati da fonti proteiche animali come pesce, uova e carni bianche in quantità moderate.
Sfatare i falsi miti
L’esperta interviene anche per chiarire alcune false credenze diffuse nell’opinione pubblica. Sul latte, spesso demonizzato, la presidente SINU è categorica: “Il latte rimane un alimento fondamentale anche nell’adulto, è una fonte preziosa sia di proteine nobili sia di minerali come il calcio”.
E aggiunge: “Non c’è nessuna base scientifica sulla relazione tra latte e tumori: al contrario per alcuni tumori, come quelli del colon retto, sembra esserci un effetto protettivo”.
La sfida delle nuove generazioni
Bambini e adolescenti non sfuggono agli errori alimentari degli adulti. Anche loro consumano poca frutta, poca verdura e pochi latticini, alimenti che a quell’età sarebbero particolarmente utili per una crescita sana.
La SINU ha elaborato strategie innovative per raggiungere i più giovani: “I ragazzi, soprattutto gli adolescenti, traggono molte informazioni dai social: forse possiamo usarli per fare contro-informazione”, suggerisce la presidente.
Tra le proposte concrete: corsi di cucina nelle scuole, coinvolgimento dei ragazzi nella preparazione dei pasti domestici e educazione contro gli sprechi alimentari, temi su cui le nuove generazioni dimostrano particolare sensibilità.
La strada per riscoprire la dieta mediterranea passa attraverso un cambiamento culturale profondo. “Bisogna dedicare più attenzione a quello che mangiamo e gustare di più il cibo”, conclude Tagliabue. “Meglio pensare alla qualità più che alla quantità e riprendere a cucinare, utilizzando più alimenti freschi”.
Source link