Dalle difese del paziente la nuova arma contro il glioblastoma
Una nuova speranza arriva per i pazienti affetti da glioblastoma, il tumore cerebrale più diffuso e aggressivo negli adulti. L’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano ha annunciato lo sviluppo di una terapia cellulare innovativa che sfrutta il sistema immunitario del paziente per combattere la malattia. I risultati, pubblicati oggi sulla rivista Nature Communications, rappresentano un passo importante verso cure più mirate ed efficaci.
Il glioblastoma multiforme (Gbm) è un tumore che colpisce il sistema nervoso centrale, caratterizzato da una crescita estremamente rapida e da una forte resistenza ai trattamenti convenzionali. Ogni anno in Italia si registrano circa 1.200-1.500 nuovi casi, con un’incidenza maggiore tra i 45 e i 70 anni.
Nonostante i progressi nella chirurgia, nella radioterapia e nei protocolli di chemioterapia, la sopravvivenza media dopo la diagnosi è di 12-18 mesi, e meno del 5% dei pazienti è vivo a cinque anni. La capacità del glioblastoma di infiltrarsi nei tessuti cerebrali sani rende impossibile la rimozione completa e contribuisce alle frequenti recidive.
La strategia: potenziare i linfociti T “esausti”
Il team di ricerca guidato da Serena Pellegatta, responsabile della Struttura di immunoterapia dei tumori cerebrali, ha messo a punto un metodo per selezionare e potenziare in laboratorio i linfociti T infiltranti il tumore (tr-Til). Queste cellule immunitarie, già presenti nel tumore, hanno la capacità di riconoscere le cellule cancerose ma vengono indebolite dall’ambiente immunosoppressivo che il glioblastoma crea per proteggersi.
Grazie a un protocollo di isolamento e coltura cellulare, i ricercatori sono riusciti a espandere i tr-Til mantenendo la loro memoria immunitaria. Inoltre, bloccando la proteina Pd-L1 – un “camuffamento” molecolare utilizzato dal tumore per sfuggire al sistema immunitario – le cellule potenziate sono risultate ancora più efficaci nel distruggere le cellule cancerose.
Source link