Dalle devianze giovanili alla sicurezza privata: cosa ci sarà nel nuovo Patto per Perugia sicura
di Daniele Bovi
Devianze giovanili, protocolli relativi alla sicurezza privata, progetti architettonici “anti-degrado” e non solo. Sono questi alcuni dei punti sui quali si sta lavorando in vista del nuovo Patto per Perugia sicura, che scadrà nei primi giorni di febbraio. Secondo quanto riferisce a Umbria24 Antonio Donato (M5S), consigliere delegato alla sicurezza, le proposte sono state già messe sul tavolo nel corso di un incontro con la Regione in vista del rinnovo del Patto.
Patto rinnovato Nel documento si parlerà in modo più approfondito di devianze giovanili ma anche di architettura urbana, in particolare di formazione per i tecnici affinché vengano realizzati progetti in grado di contrastare meglio degrado e insicurezza. Nel rinnovato Patto si dovrebbe parlare poi anche di protocolli per integrare nel sistema la sicurezza privata, in particolare per quanto riguarda alcune aree del centro e quelle più interessate dalla cosiddetta movida.
In commissione Del tema sicurezza – al centro dell’attenzione in particolare dopo l’omicidio di Hekuran Cumani – si è parlato martedì in Quarta commissione, dove è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno del forzista Edoardo Gentili. L’odg, successivamente integrato da Donato, chiede un rafforzamento dei controlli nelle zone della movida e sui mezzi di trasporto pubblico, con un maggiore coordinamento tra polizia locale e forze dell’ordine. La proposta è nata dalla constatazione che in alcune aree della città, frequentate soprattutto la sera e nei fine settimana, si sono verificati episodi che preoccupano residenti e operatori economici.
L’odg Secondo Gentili, la presenza visibile delle forze dell’ordine può rappresentare un deterrente efficace, ma è necessario che questa sia non solo statica ma anche dinamica, con pattugliamenti mirati nei momenti di maggiore criticità. Attenzione è stata posta anche alla sicurezza sui mezzi pubblici, in particolare sulle corse scolastiche e quelle notturne, ritenute più esposte a situazioni di disagio. Tra le proposte, anche l’eventuale presenza di personale di vigilanza a bordo e l’installazione di telecamere, oltre al miglioramento dell’illuminazione e dei controlli presso le fermate più frequentate.
Donato ha sottolineato che su questi temi non ci possono essere divisioni politiche, ma serve collaborazione, ricordando poi come il servizio di sicurezza legato alla movida sia già attivo e gestito in coordinamento con la questura, grazie a un presidio fisso in piazza IV Novembre e all’impiego della polizia locale come supporto operativo. Donato ha poi parlato del progetto degli “informatori civici”, già sperimentato con risultati considerati positivi, pensato per individuare e segnalare in tempo utile situazioni potenzialmente problematiche. Un servizio che ripartirà a novembre.
Il confronto Nel dibattito è emersa anche la necessità di affrontare in modo più strutturale il problema delle devianze giovanili, ritenuto da Donato uno dei nodi principali della sicurezza urbana. In quest’ottica, è stata ribadita l’importanza di un’azione condivisa tra livello locale e nazionale. Il confronto si è svolto dunque in un clima di collaborazione bipartisan, anche se tra i banchi della minoranza c’è chi – seppur non pubblicamente – non avrebbe voluto l’intesa. Il consigliere Varasano ha spiegato che, alla luce dei gravi fatti di cronaca accaduti recentemente in città, è prevalsa la volontà di cercare un punto d’incontro tra maggioranza e opposizione. Un atteggiamento apprezzato anche dal capogruppo del Pd, Lorenzo Ermenegildi Zurlo, che ha proposto di trasformare l’ordine del giorno in un documento unitario della commissione.
Emandamenti Dopo una breve sospensione, la proposta è stata accolta. Gentili ha accettato gli emendamenti proposti da Donato, che ha ritirato un suo ordine del giorno con il quale si chiedeva al governo di rafforzare le misure di sicurezza per il capoluogo – e il documento è stato approvato all’unanimità, con la firma di entrambi i consiglieri, come segnale concreto – è stato spiegato – di coesione istituzionale su un tema considerato prioritario per la città.
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