Dalla Xylella alla rinascita: così gli ulivi colpiti dall’epidemia diventano oggetti tech
Trasformare il legno degli alberi colpiti dall’epidemia da Xylella in biomateriali avanzati, destinati alla produzione di accessori tecnologici a basso impatto ambientale. È un’idea rivoluzionaria quella di Linfa-Vaia Play, il progetto lanciato dalla startup sociale Vaia Play nell’ambito di Mics – Made in Italy Circolare e Sostenibile, il partenariato finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con i fondi del Pnrr. Un nuovo modello di economia circolare nato in Puglia che permette agli ulivi secolari devastati dalla Xylella di trovare una seconda vita grazie all’innovazione Made in Italy. Così oggetti di uso quotidiano come auricolari, cover per smartphone, scocche per PC, grazie alla ricerca scientifica e al design italiano, diventano simboli di innovazione sostenibile.
Vaia Play, fondata nel 2019 da Federico Stefani, Paolo Milan e Giuseppe Addam, aveva già fatto parlare di sé con il Vaia Cube, l’amplificatore acustico per smartphone realizzato con il legname di alcuni dei 42mila alberi sradicati dalla tempesta Vaia del 2018 nelle Dolomiti. Oggi la startup amplia la propria missione, coinvolgendo agricoltori, ricercatori, artigiani e Pmi locali, dando “nuova linfa” a una filiera virtuosa che trasforma gli scarti agricoli in risorse per il settore tecnologico. “Abbiamo dimostrato che un altro modo di fare impresa è possibile, ora vogliamo renderlo inevitabile”, racconta Federico Stefani, co-fondatore di Vaia. Il progetto punta a sostituire i polimeri tradizionali impiegati nel settore tech con bioplastiche di nuova generazione, sviluppate anche in collaborazione con l’Università di Trento, e prodotte attraverso tecniche innovative come la stampa 3D e lo stampaggio a iniezione.
Ma Linfa-Vaia Play non è solo innovazione tecnologica. Una parte dei ricavi sarà destinata a progetti di rigenerazione nelle zone colpite dalla Xylella, a sostegno delle comunità locali e del tessuto agricolo pugliese. “La riconversione di scarti agricoli in materiali ad alte prestazioni rappresenta un cambio di paradigma concreto, scalabile e replicabile, in cui l’innovazione industriale si coniuga con la valorizzazione delle risorse locali e con una visione circolare del prodotto”, sottolinea Sergio Terzi, professore del Politecnico di Milano e spoke leader di Mics. Il progetto si inserisce tra le iniziative di Mics, il più grande investimento italiano nella ricerca per l’economia circolare e sostenibile, con oltre 125 milioni di euro destinati a promuovere la sostenibilità nei settori chiave del Made in Italy – dalla moda all’arredamento, fino all’automazione industriale. Un’alleanza tra università, centri di ricerca e grandi aziende che punta a ridisegnare il futuro della manifattura italiana, mettendo al centro innovazione, ambiente e comunità.
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