“Dalla sinistra ancora una volta doppia morale” – Lavocedigenova.it
“La candidata a sindaco del centrosinistra parla di toni sgarbati di Pietro Piciocchi, ma i segretari del suo partito di riferimento, ossia del Pd ligure e del Pd genovese, insultano chi vende pentole”: così dichiara in una nota l’assessore al commercio Paola Bordilli, in riferimento alle parole del segretario del PD Liguria Davide Natale e il segretario Metropolitano del PD Genova Simone D’Angelo, che hanno commentato il programma di Pietro Piciocchi definendolo “una televendita”.
“Spocchia e doppia morale per la sinistra. Ieri il nostro candidato sindaco ha presentato un programma di punti concreti e di azioni precise e puntuali per la nostra Città. Sostanza e idee chiare, una visione e una strada da seguire lavorando pancia a terra, come con lui siamo abituati a fare da otto anni. La sinistra, dopo averlo definito ‘capocantiere’, adesso lo taccia di ‘fare televendite’ e di essere ‘un venditore di pentole’ anche se, poco prima, loro lo avevano accusato di toni sgarbati e aggressività soltanto perché fin dall’inizio della campagna elettorale ha chiesto alla candidata un confronto pubblico sui temi per il futuro di Genova”, aggiunge.
E poi, Bordilli evidenzia due considerazioni: “Primo, basta questi paragoni con attività oneste quali i venditori di pentole, che rappresentano una componente delle nostre aziende e del nostro commercio. Qui c’è tutta la spocchia e la superficialità con cui la sinistra ha da sempre trattato la nostra Città e chi onestamente lavora, sia in una fiera o in un mercato (che la sinistra frequenta solo prima delle elezioni) sia in TV, vendendo questi prodotti. Secondo, come si può parlare di toni aggressivi e sgarbati soltanto perché Piciocchi vuole un confronto pubblico con la sua avversaria e, giustamente, vuole contrapporre il proficuo lavoro fatto finora per Genova ai soliti bla bla bla e al vuoto assoluto della candidata di sinistra?”
“Forse spocchia e senso di superiorità le servono ad alzare polvere e fumo laddove non è in grado di replicare, perché non vive, non conosce e nulla sa della nostra Città e di come amministrare un grande Comune come è quello di Genova”, conclude.
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