Piemonte

“Dalla Regione misure fantasiose” – Torino Oggi


“Il 2 agosto, con perfetto tempismo balneare, la Regione Piemonte ha varato una delibera per “stoppare” il blocco dei veicoli diesel Euro5, blocco che lei stessa aveva autonomamente deciso nel 2021 dando inizio ad una tragicomica farsa a danno degli interessi economici e della salute di centinaia di migliaia di cittadini piemontesi”, attacca in una lunga nota il comitato Torino Respira.

“Nonostante il goffo tentativo di dare la colpa all’Europa, che chiede solo il rispetto delle direttive approvate anche dall’Italia, è stata una delibera dell’Assessore Matteo Marnati a decidere che le auto diesel Euro 5 si dovessero fermare nell’ottobre del 2023, scatenando le ire dei cittadini e dovendo così correre a chiedere per ben due volte l’intervento del governo per “metterci una pezza”. La prima pezza è arrivata con un decreto dell’agosto 2023 che ha rinviato lo stop a ottobre 2025, ma a seguito di questo rinvio, siccome la Regione non ha fatto niente di efficace, il governo ha dovuto metterci la seconda pezza che rinvia ancora la proroga all’ottobre del 2026, quando il blocco scatterà (veramente?) ma solo per chi vive a Torino e Novara. Evidentemente le difficoltà dei cittadini torinesi e novaresi a cambiare l’auto non meritano la stessa attenzione di chi vive nel resto del Piemonte”, sottolinea il comitato ambientalista.

“Nel frattempo, per la seconda volta, la Regione annuncia la costituzione di un “gruppo di lavoro” e di fantomatiche “misure alternative”, i cui obiettivi sono risibili ed il cui elenco dimostra in pieno l’approccio irrazionale di questa giunta regionale. Le riduzioni previste sono infatti pari a circa l’1% delle emissioni stimate di ossidi di azoto e tra il 2 ed il 4% di quelle di particolato, praticamente una goccia nel mare.

Le misure alternative comprendono alcune cose fantasiose, come “cubi filtranti alimentati a fonti rinnovabili” che dovrebbero abbattere gli inquinanti, che la Regione dichiara essere già in uso a Stoccarda ed in altre città. Peccato che gli studi scientifici condotti a Stoccarda mostrino come l’effetto di questi “cubi magici” si riduca drasticamente già a 5-6 metri di distanza, e sia totalmente nullo a distanza di 100 metri.

Altra misura fantasiosa è la nebulizzazione di acqua per abbattere gli inquinanti, di nuovo citata come tecnica in uso in città asiatiche come Delhi, Pechino e Seoul. Peccato che questa tecnica sia stata utilizzata finora solo intorno ad aree di cantiere, oppure in via sperimentale o in condizioni di emergenza gravissime.

Anche decisioni positive sul piano sociale, come il trasporto pubblico gratuito per gli studenti universitari, vengono spacciate come misure per la riduzione dell’inquinamento, ben sapendo che solo il 5% degli studenti universitari, secondo i dati del Politecnico, utilizza l’auto per spostarsi per ragioni di studio, e lo fa perché il trasporto pubblico non arriva dove abita, quindi non si gioverà affatto della gratuità di mezzi pubblici inesistenti.

Insomma, tutto fa brodo pur di non affrontare il problema più grosso, che sono le emissioni che derivano dalla circolazione del più alto numero di auto pro-capite in Europa (684 ogni mille abitanti) e che contribuiscono ad oltre il 50% delle emissioni di ossidi di azoto e particolato in Piemonte e ad oltre l’80% a Torino. Tutti i grandi Paesi europei stanno affrontando il problema dell’inquinamento con grandi investimenti nella mobilità attiva e nel trasporto pubblico e riducendo spazi e velocità per le auto private. Solo l’Italia sta andando in direzione contraria, tagliando i fondi per il trasporto pubblico (manca 1 miliardo solo a Torino) e mettendo i bastoni tra le ruote delle città che cercano di andare nella direzione giusta e lo fa esclusivamente per una fissazione irrazionale di chi ci governa a livello regionale e nazionale: la tutela a oltranza di chi decide di guidare un’automobile privata, a scapito di tutti gli altri.

Questo però ha gravi ripercussioni sociali, sanitarie ed economiche. Il traffico uccide migliaia  di persone ogni anno in incidenti stradali, l’inquinamento provoca oltre 60.000 morti premature l’anno e il mantenimento di un’auto privata costa alle famiglie italiane 4-5000 euro all’anno, un costo enorme ed evitabile, come dimostra il fatto che la gran parte dei Paesi europei ha molte meno auto di noi, ma servizi di trasporto pubblico molto più efficienti.

Parlare di “buonsenso” quando si prendono decisioni in preda all’ostinazione irrazionale è un brutto tentativo di prendere in giro i cittadini che crediamo debba essere smascherato”, conclude Torino respira.




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