Puglia

Dalla Puglia a Stanford, storia del giovane fisico Giuseppe Lucente

Da Valenzano a Stanford, con biglietto di andata e ritorno. La storia non è quella di un cervello in fuga, ma di chi è consapevole delle sue origini, della sua fortuna, della sua capacità ed esperienza, per riportarla alla base. Parliamo di Giuseppe Lucente, classe 1995, originario di Valenzano. Giuseppe ha frequentato l’Università di Bari, laureandosi in Fisica con lode e proseguendo il curriculum accademico con un dottorato su “Ricerche astrofisiche di particelle debolmente interagenti”. Da allora è cominciato il suo viaggio in giro per il mondo, fino ad approdare in California, alla prestigiosa Università di Stanford “per lo studio di ipotetiche particelle debolmente interagenti che potrebbero essere prodotte in sorgenti astrofisiche – spiega Giuseppe – Queste particelle, se scoperte, potrebbero fornire la soluzione a alcuni problemi del Modello Standard, come ad esempio la materia oscura”.

Un percorso da film, che in molti sognano. “Ciò che mi ha sempre spinto in tutto ciò che faccio è la curiosità: mi son sempre chiesto l’origine e le modalità con cui avviene tutto ciò che ci circonda, il che mi ha spinto a intraprendere il percorso in Fisica – racconta Giuseppe Lucente ai microfoni di Telebari – Come sono arrivato a Stanford? Alla fine del mio penultimo anno di dottorato, ho deciso che avrei continuato la carriera accademica e ho mandato il mio curriculum e il progetto di ricerca. Avevo ben chiara l’idea di voler intraprendere un’esperienza all’estero, ma avevo timore. Ricordo che quando ho mandato il curriculum alle grandi università americane ho pensato “Forse è inutile, non prenderanno mai me”. Ci ho provato ugualmente. E quando sono stato chiamato per fare il colloquio, ho deciso di prepararlo con grande attenzione ma con il cuore leggero, conscio che quella grande occasione poteva non andare in porto e, così facendo, non sarebbe stata una delusione. Invece, ho ricevuto l’offerta dopo pochi giorni”. “Per i suoi rilevanti contributi allo studio delle stelle come laboratori di nuove particelle, quali assioni e dark photons, fissando nuovi vincoli sui loro parametri” la Società Italiana di Fisica gli assegna il premio “Giuliano Preparata”.

Lucente è uno studioso, un fisico, ma soprattutto un ragazzo che sa da dove viene e dove vuole andare, o meglio, tornare. “Il mio futuro è tutto in divenire e non posso dire con certezza ora quello che mi aspetta, il che è allo stesso tempo il bello e il brutto del mio lavoro. Anche per alcune motivazioni familiari, mi piacerebbe tornare in Puglia a vivere, magari vivere vicino al mio paese di origine (Valenzano) e lavorare all’università a Bari. Questo sarebbe bello, e mi permetterebbe di continuare a fare ciò che faccio, che oltre che un lavoro è una passione, e vivere vicino alle persone che amo. So che è bene vivere a pieno il presente, cercando di ottenere il massimo da quello che si ha, e piano piano crearsi una strada per il futuro, e percorrerla quando diventa solida e resistente sotto i piedi”.

Sul piatto della bilancia ci sono Usa e Puglia, opportunità, carriera, ricordi e speranze. Il tutto amplificato dalle tante differenze tra gli Usa e l’Italia. Giuseppe le avverte tutte: “La prima parola che mi viene in mente per descrivere gli Usa (o almeno la California, dove mi trovo) è grande: sono grandi le strade, le porzioni di cibo, le case, e ovviamente sono grandi i prezzi, le spese, un solo peperone può venire a costare anche 4-5 dollari, così come una melanzana”. Ciò di cui il fisico Giuseppe Lucente sente maggiormente la mancanza è la Puglia, le sue tradizioni, il suo cibo: “A Natale quando son ripartito da casa ho riempito un’intera valigia con del cibo, e quando mia mamma è venuta a trovarmi a maggio, ha portato con sé il famoso pacco da giù con decine di kg di cibo. Ho fatto conoscere ad amici e colleghi scamorze e taralli, e devo dire che li hanno apprezzati tutti – afferma – Inoltre, qui in America non c’è nessuna festa legata alla Pasqua, che quest’anno ho passato negli Usa. Non ho visto alcun tipo di festeggiamento o tradizione particolare, e questo devo ammettere che mi è pesato, visto che sono molto legato alle tradizioni del mio paese, specie alla processione del Venerdì santo di Valenzano”.

Forse proprio per la sua autenticità, la Puglia sta spopolando tra i turisti, anche in America, tanto da essere stata nominata Best Value Travel Destination in the World dalla rivista National Geographic, come migliore meta secondo un rapporto qualità-prezzo. Dice Giuseppe: “Da quando ho fatto conoscere ad amici e colleghi il cibo pugliese (specie i taralli), penso che la apprezzino ancora di più. Ma ci tengo a sottolineare che questo apprezzamento per la Puglia l’ho riscontrato in altre esperienze che ho fatto in giro per il mondo e sono orgoglioso del fatto che a volte abbia convinto anche io persone a venire a visitarla”.

Una vita affascinante, fatta di tanti traguardi e tanti sacrifici che descrive la determinazione di tanti ragazzi italiani, pugliesi, in fuga dal Paese d’origine in quanto, nonostante i grandi passi in avanti che stiamo evidentemente facendo dal punto di vista turistico, siamo ancora alla ricerca della fortuna altrove, alla ricerca dell’America dove le possibilità sono altre. Resta quell’amaro in bocca: “Di casa mi mancano soprattutto le persone che amo. Ho la fortuna di avere una famiglia molto unita, con cui ci sentiamo praticamente tutti i giorni, però ovviamente vivere lontano crea tante difficoltà e ingigantisce problemi che magari sarebbero minuscoli se si vivesse vicini. Col tempo quasi ci fai l’abitudine e cerchi in tutti i modi di affrontarla con ogni mezzo che hai a disposizione. In questo la tecnologia aiuta molto, fare videochiamate con i propri cari ti fa sentire quasi vicino, almeno ti permette di guardarli negli occhi quando parli – continua Giuseppe – Oltre ai cari, sarò scontato ma un’altra cosa che mi manca tantissimo è il cibo pugliese. Puoi provare tante cucine, e puoi apprezzarle, ma niente sarà mai come il cibo di casa, quello ti entra dentro e non lo dimentichi mai”.

Ci sentiamo di concludere con un’ultima riflessione che ci fa Giuseppe, potente di un’attenta analisi della realtà: “Se c’è qualcosa che porterei dell’Italia e della Puglia negli Usa è l’autenticità e il legame con le proprie radici – riflette Lucente – Ho come l’impressione a volte che il legame stretto che noi abbiamo con la nostra terra, e che spesso ci porta a identificarci con essa, qui in America non sia così elevato, e quindi questo crea un clima più freddo. E anche meno autentico a tratti. Cercando di apparire sempre corretti e felici in pubblico, a volte si perde di vista la vera essenza dell’essere umano e i sentimenti, a volte anche tristi o cupi, che ci caratterizzano e ci rendono unici e diversi l’uno dall’altro. Una cosa invece che porterei degli Usa in Italia e in Puglia è l’efficienza. Qui la maggior parte delle cose è volta alla performance e al guadagno. In Italia e in Puglia siamo più veri e viviamo più lentamente. Non vorrei che si diventasse super-efficienti come nella Bay Area, ma sicuramente un pizzico in più di efficienza e organizzazione non farebbe male. E con la nostra capacità di adattamento, e di sapere tirare fuori il meglio di noi nelle situazioni di difficoltà, penso che otterremmo in generale grandissimi risultati. Ma alla fine forse va bene così, è bello essere diversi e in qualche modo esaltarsi nella diversità, riuscendo a prendere il meglio anche dai difetti che ci caratterizzano”.




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