Emilia Romagna

Dalla partecipazione agli Europei 2032 potrebbe dipendere il nuovo Dall’Ara, e vice versa


La realizzazione del nuovo Dall’Ara, o in alternativa il restyling dell’attuale stadio del Bologna FC, potrebbe dipendere dalla candidatura della città agli Europei del 2023, così come il torneo Uefa e la casa dei rossoblù potrebbero viaggiare su due strade completamente diverse.

È noto: il Dall’Ara è in attesa di una nuova massiccia opera di riqualificazione, e l’eventualità del torneo europeo avrebbe potuto essere il volano giusto per avviare il progetto definitivo, dato che gli Europei imporrebbero un adeguamento strutturale.

Per mandare avanti la candidatura, entro metà ottobre il Comune deve presentare un primo progetto contenente tutti gli interventi. Lo ha fatto sapere il sindaco Matteo Lepore, intervenuto in mattinata sulla questione, di fatto passando di nuovo la palla al patron Joey Saputo e alla proprietà del club.

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“Se intendiamo partecipare agli Europei, entro metà ottobre dobbiamo presentare una road map sui vari interventi di cantiere e scelta dello stadio”, ha detto Lepore, avanzando l’ipotesi secondo cui “non è detto che il rifacimento dello stadio sia collegato agli Europei, nel senso che potremmo anche decidere che non riusciamo a partecipare ma che si possa apportare comunque un intervento sullo stadio”. Questo perché, per il sindaco, a fronte dell’adeguamento necessario per partecipare come città al torneo “ci saranno due o tre partite, quindi il punto è che dobbiamo capire anche se ne vale la pena”.

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Come ripercorso da BolognaToday Dossier, se inizialmente si era valutata l’ipotesi di costruire una struttura nuova, poi la decisione è caduta su un restauro: al momento l’investimento prevede una spesa pari a 220-230 milioni (qui i dettagli del progetto). 

Una spesa a cui il Comune si era già detto disposto a contribuire per 40 milioni. A questa base di partenza si aggiungerebbero le risorse messe dal governo, ma che potrebbero essere minime. Nei giorni scorsi, in visita alla città, il ministro dello Sport del governo Meloni, Andrea Abodi, ha parlato di “piccole quote non a fondo perduto”. La parte decisiva della spesa, quindi, sarebbe a carico del club. Ma i tempi rimangono piuttosto incerti.

“Tutto adesso dipende dal Bologna calcio, stiamo aspettando l’orientamento definitivo. Adesso il Bologna sa quali sono le condizioni per poter fare l’intervento e sarà il Bologna a dirci qual è l’ipotesi che vuole portare avanti”, ha aggiunto Lepore.

Un nodo da sciogliere, quindi, nel giro di qualche settimana. Da questo potrebbe dipendere anche l’arrivo degli Europei sotto le due torri: “Si deciderà se candidarsi agli Europei oppure no, perché non è detto che gli Europei portino le risorse che servono per fare lo stadio”, ha concluso il sindaco.

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