D’Addario e la tempesta dei dazi: cosa potrebbe cambiare per il prezzo delle corde?
Dazi sulle materie prime e tensioni commerciali USA: D’Addario affronta costi extra e possibili aumenti sui prezzi delle corde di chitarra.
Il conto è già salato: tra i 500.000 e i 750.000 dollari di costi imprevisti solo nel 2025. Con l’ipotesi di un dazio fino al 50% sulle importazioni di rame e altri materiali, il timore di un aumento del prezzo delle corde per chitarra a partire dal 1° agosto diventa concreto.
Nonostante la produzione avvenga quasi interamente negli Stati Uniti, D’Addario esporta il 45% dei suoi prodotti in 120 Paesi, con il Giappone come mercato estero principale. Questa rete internazionale, costruita in decenni di attività, è ora messa alla prova dalla nuova politica commerciale voluta dall’amministrazione Trump, che prevede dazi variabili tra il 15% e il 50% sui metalli e sulle forniture industriali.
Il CEO John D’Addario III ha spiegato a Reuters come l’azienda abbia reagito: “Abbiamo costituito una task force per pianificare rapidamente ogni mossa necessaria”.
Il nodo del rame e la complessità dell’origine
Il rame è un materiale chiave nella produzione delle corde: i filamenti utilizzati per gli avvolgimenti derivano da tonnellate di barre di rame, la cui provenienza spesso non è sempre chiara. “Il problema è che non sappiamo con certezza da dove provenga il rame, e anche se fosse da un fornitore americano il prezzo potrebbe comunque salire”.
Secondo il CEO, un dazio del 50% avrebbe un impatto diretto sui costi, aumentando inevitabilmente il prezzo finale dei prodotti, anche per un’azienda che già produce sul territorio statunitense.
Strategie d’emergenza per evitare l’impatto immediato
Tra le contromisure adottate:
- Riorganizzazione delle spedizioni: merci destinate agli Stati Uniti vengono dirottate verso altri mercati quando possibile.
- Maggiore flessibilità dei fornitori cinesi, ora disposti a spedire ordini più piccoli direttamente all’estero.
- Richiesta di autorizzazione per una foreign trade zone nel magazzino di Farmingdale, dove assemblare e stoccare prodotti importati, pagando i dazi solo al momento dell’effettiva distribuzione interna.
Ma quest’ultimo progetto richiederà oltre un anno di lavoro prima di diventare operativo.
La previsione dei costi
Il peso complessivo dei dazi nel 2025 dovrebbe raggiungere i 2,2 milioni di dollari, triplicando i costi dell’anno precedente. Nonostante questo, la direzione aziendale mantiene un approccio proattivo: “Dobbiamo concentrarci su ciò che possiamo controllare, come l’onshoring e la creazione di una foreign trade zone”.
Mentre D’Addario può contare su risorse e una struttura consolidata, altre aziende del settore faticano a sopravvivere. Il CEO di EarthQuaker Devices, ad esempio, ha dichiarato che l’incertezza sui dazi mette a rischio la stessa sopravvivenza del marchio.
L’eventuale aumento dei prezzi delle corde di chitarra rappresenterebbe quindi non solo un problema per i musicisti, ma anche il sintomo di una crisi più ampia che colpisce la filiera globale della musica.