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Dacia, primo semestre stabile e crescita delle ibride

La lievissima frenata del business di Dacia – il brand romeno che appartiene al Gruppo Renault – ha una ragione “scientifica”: nel primo semestre 2025, infatti, le vendite mondiali della marca hanno raggiunto quota 356.084 unità, pari a un (quasi) trascurabile -0,7% rispetto al primo semestre 2024. Motivo? Ora in Turchia la best seller Duster è venduta col marchio Renault e, quindi, non viene più conteggiata nel computo Dacia. La quale, tuttavia, mantiene una quota di mercato (autovetture + veicoli commerciali) pari al 4,1%. In Europa, sul mercato delle autovetture, le vendite di Dacia sono aumentate dell’1,1% per un totale di 308.957 immatricolazioni e una quota di mercato del 4,5% (in crescita di 0,1 punti).

“Siamo sostanzialmente in linea coi nostri target aziendali”, ha ribadito Frank Marotte, Direttore Marketing, Vendite e Operazioni del brand, nel corso di un incontro con la stampa: “L’obiettivo per il 2025 è di raggiungere le 700 mila unità vendute e nel primo semestre dell’anno siamo a metà strada”. Giova ricordare che lo scorso anno le vendite globali avevano toccato quota 676 mila unità.

Con 151.948 veicoli venduti nel mondo nel primo semestre 2025, Dacia Sandero si riconferma il modello più venduto in Europa, anche tra i privati. E ciò nonostante una flessione delle consegne del 7,8%: “La frenata di Sandero è dovuta al fatto che i mercati di Italia e Francia, che sono fra i principali per questo modello, vanno maluccio. Ma il modello mantiene inalterata la sua competitività”, assicura Marotte.

Ottimi numeri pure per la Duster, che totalizza 108.510 unità vendute nel mondo (-4,5%), confermandosi il primo suv in Europa in termini di vendite ai privati. La terza generazione dell’auto, inoltre, ha registrato circa 200 mila ordini dal lancio, avvenuto un anno fa, e oltre il 30% delle Duster vendute sono ibride. “Dacia vuole contribuire concretamente all’elettrificazione del Gruppo Renault e i suoi modelli ibridi sono uno ‘strumento’ indispensabile in questo senso”, dice Marotte. Che aggiunge: “l’obiettivo ultimo, comunque, rimane quello di far crescere le vendite dei modelli elettrificati compatibilmente con la filosofia value-for-money del marchio”, la stessa che ha fatto la fortuna della marca. In Europa, nel primo semestre 2025, il 23,9% delle Dacia immatricolate erano elettrificate, con un aumento del 14,7% rispetto al primo semestre 2024. I veicoli ibridi rappresentano il 17,6% delle vendite, con una crescita di 12,1 punti percentuali.

Bene la piccola elettrica Spring, che registra vendite per 19.452 veicoli nel primo semestre 2025, con un aumento del 62,5% rispetto al primo semestre 2024: in totale, sono oltre 180 mila i clienti dell’auto, che rimane l’EV più accessibile del mercato. Nella sola Europa, le vendite di Spring crescono del 71%, portando la quota dei veicoli elettrici a 6,3% delle vendite totali di Dacia (+2,6 punti rispetto al primo semestre 2024). Meno brillante la performance semestrale globale della Jogger, che registra vendite per 42.381 unità (-16,8%) nel mondo, in calo rispetto al primo semestre 2024; tuttavia, oltre il 30% delle Jogger vendute sono ibride.

Veniamo all’ultima arrivata in casa Dacia, l’inedita Bigster, disponibile da gennaio 2025: la grande suv è stata accolta molto bene dal mercato, con 17.329 unità immatricolate e 38 mila ordini. Da notare che l’88% dei clienti la sceglie negli allestimenti più alti e quasi il 70% con motorizzazione ibrida. Non solo, in mercati chiave come quello francese e tedesco la stragrande maggioranza dei clienti è “di conquista”, ovvero al suo primo acquisto di un’auto a marchio Dacia.

“Bigster sta andando molto bene, meglio dei target prefissati”, dice Frank Marotte: “Siamo oltre le 100 mila unità all’anno, in prospettiva. E, soprattutto, quelli di Bigster sono clienti nuovi per Dacia. Senza contare che Bigster torna utile pure per far crescere Dacia in quei mercati che fino a oggi erano stati meno attratti dal nostro brand. Dal punto di vista strategico, poi, questo modello ci suggerisce che la strategia ‘value-for-money’ funziona un po’ in tutti i segmenti di mercato. E Bigster ci spinge certamente a fare delle riflessioni sull’opportunità di esplorarne di nuovi”.

I nuovi competitor cinesi? “Li guardiamo con attenzione, anche se non tutti i brand cinesi stanno venendo in Europa per competere dove competiamo noi”, spiega Frank Marotte: “Ad esempio, MG è più simile a noi di quanto non lo sia BYD, che è rivolta a una fascia di mercato più alta. In passato abbiamo visto arrivare giapponesi e coreani, ma i costruttori europei si sono sempre adattati alla concorrenza straniera (extracontinentale), anche a quella più agguerrita; e sono stati stimolati dai marchi “newcomers” a fare meglio per rimanere competitivi”.


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