Marche

«Dacci una tv o vedrai che ti facciamo»

ANCONA Hanno danneggiato irrimediabilmente la cella che condividevano al carcere di Montacuto dove entrambi stanno scontando una pena definitiva. Hanno sfasciato i mobili e distrutto un televisore, poi le minacce di morte con una lametta alla guardia carceraria per avere una nuova tv. Sono così finiti a processo due detenuti del carcere di Montacuto, un romeno di 69 anni e un tunisino 22enne, accusati rispettivamente di danneggiamenti aggravati di cose mobili appartenenti all’amministrazione penitenziaria oltretutto esposte alla pubblica fede; e di minaccia a pubblico ufficiale.

L’episodio

I fatti risalgono al 6 febbraio dello scorso anno, nella cella condivisa dai due detenuti. Un episodio che mostra un clima piuttosto “caldo” all’interno del penitenziario. Il romeno aveva distrutto sia il televisore che due sgabelli e un tavolino che si trovavano nella camera di sicurezza e in uso ai due uomini. Un gesto sconsiderato e immotivato cui ha fatto seguito il compagno di cella, dapprima con una provocazione nei confronti di una guardia carceraria di turno poi con pesanti minacce affinché compisse un atto contrario ai propri doveri: provvedere a portare loro un nuovo televisore. Il tunisino pretendeva infatti che l’agente della polizia penitenziaria gli consegnasse subito un altro televisore nuovo, in sostituzione di quello rotto dal suo compagno di cella.

La pretesa

E per rafforzare la sua pretesa, aveva brandito una lametta da barba con cui poco prima si era procurato delle lievi ferite. «Chiama la mof e sorveglianza per la mia tv, altrimenti vedi che ti combino a te e a chi viene di voi…», aveva detto all’agente, ventilando la prima minaccia. Poi, incalzando i toni: «Come entri, vedrai che ti faccio», minaccia resa ancora più esplicita da una lametta da barba brandita verso l’agente, e che poco prima aveva usato per auto lesionarsi. Ferite ovviamente superficiali, come atto dimostrativo per richiamare l’attenzione. Il pm Valentina D’Agostino della Procura di Ancona ha chiesto il rinvio a giudizio per i due detenuti, che sono finiti a processo davanti al giudice Tiziana Fancello.

Il romeno è difeso dall’avvocato Antonio Gagliardi del foro di Ancona mentre il tunisino dall’avvocato Caterina Ficiarà del foro di Fermo. Nei giorni scorsi sono stati sentiti i primi due testimoni: in aula due agenti della polizia penitenziaria in servizio al carcere di Montacuto e che erano a conoscenza dei fatti. Hanno rilasciato delle dichiarazioni sull’episodio. Il giudice Fancello ha ritenuto di rinviare l’udienza, che è stata fissata al prossimo 18 dicembre per la discussione.




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