da Viti a Fazzini, la viola punta gli italiani
Nuovo corso tricolore. Il progetto che ha in mente la Fiorentina è chiaro, perché dopo l’addio di Palladino si è deciso in qualche modo di rifondare (di nuovo). Con un ritorno, quello di Pioli che sarà ufficiale da metà luglio, e con una rosa come sempre mixata tra giocatori più esperti e altri da coltivare. Il punto in comune? Molti saranno italiani. Di nascita o adozione.
Dell’attacco si è già scritto: Edin Dzeko deve soltanto essere ufficializzato, rappresenta quel rinforzo di esperienza che conosce peraltro la Serie A alla perfezione. Per il reparto offensivo il vero nodo da sciogliere è quello legato alla permanenza di Kean (altro italiano), che ha una clausola da 52 milioni di euro valida fino al 15 luglio ma che Commisso vorrebbe trattenere. Se dovesse partire, si valuteranno le alternative, ma per ora il discorso non viene troppo preso in considerazione.
Le novità grosse sono rappresentate a centrocampo, dove è appena stato riscattato Fagioli. Ma la Fiorentina ha perso Cataldi (tornato alla Lazio), Colpani (rientrato a Monza, non ha convinto) e naturalmente Bove, che andrà alla Roma prima di capire meglio se e come potrà tornare in campo. Tre italiani che salutano; due, almeno, che dovrebbero arrivare. Il colpo è certamente Fazzini dall’Empoli, strappato a una concorrenza importante (già da gennaio la Lazio era andata in pressing e ci aveva pensato pure il Napoli): è uno dei gioielli degli azzurri appena retrocessi, con 10 milioni più bonus l’operazione è andata a buon fine. E poi si lavora a Fabbian del Bologna: piace molto, è un altro giocatore che può entrare stabilmente in orbita Nazionale se avrà modo di giocare con regolarità. Il tutto senza dimenticare Ndour, che è arrivato lo scorso gennaio a titolo definitivo e fa già parte della rosa dell’Under Azzurra.
In difesa? Oltre a Comuzzo, che dell’Italia rappresenta il futuro, è in arrivo anche Mattia Viti dal Nizza. È giovane (classe 2002), l’anno scorso a Empoli in prestito ha giocato molto ma tra alti e bassi, ha bisogno di trovare spazio e fiducia. Che Pioli sembra già disposto a concedergli. Ed è curioso pensare a questo: l’allenatore, che per il post Spalletti era tra i candidati forti alla guida della Nazionale, potrà contribuire a rendere più competitiva la Nazionale stessa.
Basti vedere il dato delle rose dell’ultima stagione, dalla prima alla nona classificata. Dal Napoli, cioè, al Bologna. Se non si considerano le riserve o i terzi portieri, la Fiorentina è con l’Atalanta la squadra che ha puntato di più sugli italiani (tra i nerazzurri si tiene conto anche di Retegui, unico con il doppio passaporto a far parte del giro della Nazionale). E ha tutta l’intenzione di farlo ancora. Italfiorentina? Forse è troppo presto per coniare un termine così. Perché saranno i risultati a definirlo davvero e perché, si scriveva sopra, non tutti faranno parte della Nazionale. Ma la tendenza c’è. Ed è già un punto di partenza.
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