Basilicata

Da Los Angeles a Cosenza, il sax di Eric Darius trasforma Villa Rendano in un dancefloor

Eric Darius trasforma Villa Rendano in un dancefloor, trascinando il pubblico in un viaggio tra funk, jazz e R&B. Nell’intervista al celebre sassofonista americano, il segreto di quella magia che sul palco diventa energia pura.


COSENZA – Direttamente da Los Angeles a Villa Rendano, Eric Darius ha portato a Cosenza un’ondata di energia jazz-funk impossibile da dimenticare. Sassofonista tra i più virtuosi al mondo, presenza magnetica e sorriso contagioso, Darius ha reso il concerto un’esplosione di pura adrenalina. Al suo fianco un sestetto d’eccezione – Saverio Garipoli alle tastiere, Alex Carreri al basso, Antonio Castrovillari alla chitarra elettrica, Enzo Astone alla batteria e la voce della special guest Oumy Ndiaye – che ha amplificato la potenza di ogni brano, trasformando la storica location in un pulsante dancefloor di respiro internazionale. Eric Darius non si è limitato a suonare: è sceso dal palco, ha attraversato la folla con il suo sax, trascinando il pubblico in un vortice di ritmo e passione. Ha portato la musica tra la gente, rendendola battito, danza, libertà. Un viaggio irresistibile tra funk, jazz e R&B- promosso da Francesco Morrone, Alex Adriano ed Enzo Astone – che ha avvolto i presenti in un abbraccio collettivo pieno di vibrazioni e sorrisi condivisi.

Tra un assolo infuocato e un groove travolgente, il celebre sassofonista ha infuso in ogni brano luce, movimento, intensità. E se la musica è davvero un linguaggio universale, Eric Darius parla con chiarezza: sul palco, il jazz-funk è vitalità che si fa suono. Dotato di talento straordinario e carisma unico, nel corso della sua carriera Eric Darius ha condiviso il palco con leggende pluripremiate ai Grammy come Prince, Jamie Foxx, Mary J. Blige, David Foster, Carlos Santana, Babyface, Wynton Marsalis, George Benson, Brian Culbertson, Marcus Miller, Lalah Hathaway e molti altri. Lo abbiamo intervistato per svelare il segreto di quella magia e quell’incanto che riesce a sprigionare sul palco.

Eric Darius, il suo sound è immediatamente riconoscibile e carico di energia. Come riesce a mantenere ogni esibizione autentica e coinvolgente ogni volta che sale sul palco?

«Ogni volta che salgo sul palco, do il 100% di me stesso. La mia energia diventa adrenalina alimentata dal pubblico. È in quel momento che mi trasformo. Sono cresciuto con artisti come Prince, Michael Jackson, James Brown: sul palco erano fuoco e io cerco di fare lo stesso».

Ha condiviso il palcoscenico con artisti di fama internazionale come Prince, George Benson e Marcus Miller. Qual è la lezione più preziosa che ha appreso lavorando al fianco di queste icone?

«Ho imparato tantissime lezioni da ciascuno di loro, in maniera diversa, ma una cosa accomuna tutti: lavorare sodo ed essere sempre sé stessi».

Il jazz-funk è in continua evoluzione. In che modo sente di contribuire a farlo crescere e a trasmetterlo alle nuove generazioni?

«Il jazz oggi è un caleidoscopio che si nutre di gospel, R&B, hip hop, pop, funk, soul. Io cerco di unire mondi e generazioni, colmare i vuoti tra chi ascolta generi diversi e farli incontrare attraverso la musica».

Durante i suoi concerti riesce a instaurare un legame profondo con il pubblico. Cosa significa per lei?

«Quando salgo sul palco, l’energia mi arriva dai sorrisi del pubblico. Quando li vedo felici, significa che ho raggiunto il mio obiettivo».

Eric Darius cosa la ispira a comporre nuova musica? Cosa dobbiamo aspettarci?

«Chi mi ascolta conosce davvero chi sono, perché la mia musica racconta la mia storia. Ho appena lanciato “Too Good 2 Let Go”, un singolo che anticipa il mio nuovo album in arrivo all’inizio del 2026. Sarà un disco pieno di energia e connessioni autentiche. Un nuovo capitolo di questo viaggio che sto scrivendo insieme a chi mi ascolta».

A proposito del concerto a Villa Rendano, quali emozioni ha provato?

«Ho amato ogni istante. La gente si è lasciata andare, ha ballato, ha riso, ha vissuto la musica con me. È stato un mix esplosivo tra funky, R&B e jazz, in una città bellissima, piena di persone interessanti. Sono grato per aver suonato in un luogo così pieno di storia».


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