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“Da Fabrizio Corona ho ricevuto mille euro e il numero di un pusher in cambio degli audio di Raoul Bova e Martina Ceretti”: Federico Monzino vuota il sacco

C’è un nuovo tassello che si aggiunge al “Bova Gate” ed è tutt’altro che secondario. L’imprenditore milanese e pr Federico Monzino avrebbe, infatti, rivelato agli investigatori di aver girato a Fabrizio Corona le chat private e gli audio tra Raoul Bova e la modella influencer Martina Ceretti, ricevendo in cambio mille euro e il numero di un pusher. A rivelarlo è La Repubblica, che ricostruisce quanto avvenuto tra l’11 e il 12 luglio scorso, quando Bova è stato contattato su WhatsApp da un’utenza spagnola (si cercherà di capire chi fosse il prestanome) con una serie di messaggi pesanti e velatamente intimidatori dopo i quali l’attori ha subito sporto denuncia.

CASO BOVA, MONZINO AVREBBE RICEVUTO SOLDI DA CORONA

“Mille euro in contanti e il numero di un pusher. Sarebbe il prezzo concordato con Fabrizio Corona per gli audio e le chat private tra Raoul Bova e la sua presunta amante, la modella Martina Ceretti. Messaggi poi finiti su Falsissimo, la rubrica online gestita da Corona”. A scriverlo e La Repubblica, che svela anche di aver contattato l’imprenditore Federico Monzino, il quale al giornalista del quotidiano ha negato tutto, sostenendo di non aver ricevuto né soldi né favori. “Ma agli investigatori ha detto l’opposto. Ha parlato di denaro e di un contatto ricevuto dall’ex paparazzo per acquistare cocaina”. Ora si apre anche il filone droga e il “numero del pusher” potrebbe diventare un punto dell’indagine: “La polizia postale vuole capire se si sia trattato solo di un recapito passato a Monzino o se si nasconda un credito a base di stupefacenti aperto da Corona. Una pista che resta da verificare e che verrà esplorata nell’ipotesi che l’imprenditore abbia detto la verità”.

I MESSAGGI ALL’ATTORE, LA DENUNCIA, LA CERETTI

Ma che cosa è accaduto tra l’11 luglio e il 21 luglio, ovvero tra i messaggi ricevuti da Raoul Bova via WhatsApp e la pubblicazione su YouTube di Falsissimo? Intanto occorre fare un passo indietro. La Ceretti avrebbe mostrato chat e fatto ascoltare gli audio all’amico Federico Monzino, il quale ha sempre negato il ricatto ma ha ammesso di aver consegnato gli audio a Corona con il consenso della Ceretti per “fare un favore a Martina che voleva diventare famosa”. La modella avrebbe poi fatto marcia indietro e cercato di fermare tutto ma a quel punto era troppo tardi e il materiale è finito on line, dove per altro è ancora disponibile. Nel frattempo, Bova riceve via messaggio da un’utenza spagnola una serie di messaggi nei quali gli si fa capire che c’è in giro del materiale – chat e audio – che lo riguardano: “Questa è pesante cavolo, anche con audio che conferma tutto. Nelle mani di Fabrizio diventa una puntata di Falsissimo. Questo te lo giuro, sono già in contatto con lui”. Bova prima risponde di non essere “più in una relazione da tempo, quindi non è una cosa che crea un disastro”. Poi, quando l’anonimo ribatte – “Ah ok, allora meglio. Anche perché rovinare un matrimonio era la cosa che più mi dispiaceva” – chiude la conversazione dicendo di essere “single da due anni” e va a denunciare alla Polizia Postale.

FABRIZIO CORONA: “NON SONO INDAGATO”

Al momento né Monzino, né la Ceretti né Fabrizio Corona risultano indagati. Intanto l’ex “re dei paparazzi”, intervistato da Filorosso, il talk estivo di Rai3, ha smentito il sequestro del cellulare. “Non ho il telefono sequestrato, non sono indagato. Niente. Tutta questa storia è una bufala clamorosa”, ha precisato. Poi ha ricostruito la vicenda, passo dopo passo. “Federico Monzino, figlio di una famiglia ricchissima, una sera insieme alla ragazza, mi dice: ‘Ho questo audio’. A me non interessa, perché a me Bova non mi interessa, è uno che non fa notizia. Dopodiché vado a casa sua, lo trovo in condizioni pietose, chiamiamo Martina, ci accordiamo, sento gli audio, ci penso un giorno, dopodiché mi torna in testa e mi dico: ‘Gli audio valgono’. Torno indietro, mi gira gli audio e me ne vado via”. Corona afferma i file gli sarebbero stati inviati volontariamente e non estorti. Poi aggiunge un dettaglio del quale, sempre secondo lui, nemmeno gli inquirenti sarebbero al corrente. “Il ragazzo non sta bene e per gioco insieme a un suo amico telefona a Raul Bova e dice: ‘Guarda che c’è Falsissimo. Se mi fai un regalo e ci sono quelle chat’. Ma questo tre giorni prima della puntata, non tre settimane prima, non dieci. Non c’è un sistema Martina Ceretti che ricatta le persone. La Polizia il giorno dopo viene da me con la notizia sui giornali: ‘A Corona hanno sequestrato il telefono’. Ma quale telefono? La Polizia viene a dirmi: ma come è andata la storia? Ho raccontato tutta la storia e si son fatti due risate. Non mi hanno chiesto neanche le chat”.


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