cure dentali low cost in Albania, l’odissea di Simone e la gara di solidarietà per riportarlo a casa – BarlettaLive.it
Negli ultimi anni, per molti connazionali, è diventato sempre più frequente rivolgersi all’estero per le cure dentistiche. I motivi? Costi spesso dimezzati rispetto all’Italia, promesse di interventi rapidi e la tentazione, tutt’altro che trascurabile, di abbinare le cure mediche a una breve vacanza. È il cosiddetto turismo dentale, fenomeno che coinvolge soprattutto i Paesi dell’Est Europa come Croazia, Romania e Albania.
Ma dietro le offerte allettanti, possono celarsi insidie pericolose, come dimostra la drammatica storia di Simone, 37enne di Barletta, che da marzo dello scorso anno è protagonista, suo malgrado, di quella che suo fratello gemello ha definito “un’odissea senza fine”.
Invogliato dai costi più accessibili, Simone ha deciso di sottoporsi a un intervento odontoiatrico in una clinica privata in Albania. Ma subito dopo l’operazione, il peggiore degli incubi: quattro arresti cardiaci lo colpiscono nel giro di poche ore, rendendo necessario un ricovero immediato in Rianimazione a Tirana. Da lì comincia una lunga catena di trasferimenti: prima il Policlinico di Bari, poi Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo, e attualmente presso “Villa Pini d’Abruzzo” a Chieti, dove è ricoverato per un complesso percorso riabilitativo. Durante questi lunghi mesi, Simone ha subito interventi di angioplastica, tracheostomia, analisi endoscopiche: fibroscopie, broncoscopie dilatative, oltre a tutte le procedure necessarie per un paziente che è stato sottoposto a coma indotto e poi svezzato con grande fatica.
Un percorso fatto di ostacoli, dolore, speranza, ma soprattutto amore e vicinanza, quella dei suoi genitori e del fratello Marco, che non hanno mai smesso di stargli accanto. Un’intera famiglia sconvolta, che si ritrova oggi a fronteggiare non solo il dolore per la condizione di Simone, allettato da oltre un anno, ma anche terapie, spostamenti, soggiorni in città lontane, esami diagnostici, assistenza e supporto logistico.
Simone, ricordano gli amici, è sempre stato un animatore turistico non solo per mestiere ma per vocazione: solare, pieno di energia, con la battuta pronta e una passione innata per il far star bene chi gli stava intorno. Ed è proprio questa rete di affetto che oggi si mobilita per lui. Gli amici e i familiari hanno infatti attivato una raccolta fondi per garantire alla famiglia la possibilità di continuare a seguire il percorso riabilitativo di Simone da vicino. «Un piccolo sforzo da parte di tutti – scrivono nella presentazione gli amici di Simone – potrebbe significare tanto per Simone, Marco e i loro genitori».
Una storia che invita a riflettere sull’importanza della sicurezza nelle scelte sanitarie, sulla necessità di informarsi approfonditamente prima di affrontare interventi anche apparentemente semplici all’estero, e su quanto sia fondamentale non lasciare soli chi si trova improvvisamente a lottare contro l’imponderabile.
«Ora non servono giudizi, serve solo solidarietà. La beneficenza quella vera, silenziosa e profonda che si fa senza aspettarsi nulla in cambio, con il cuore – commenta Beppe, un animatore di Andria che ha condiviso con Simone diverse stagioni lavorative -. Che il dolore di Simone possa servire da monito per riflettere, per informarsi di più, per non prendere alla leggera certe decisioni. Ma soprattutto che ci spinga tutti a fare la nostra parte, anche con un piccolo gesto. Per lui, per la sua famiglia, per quel ragazzo che amava far star bene gli altri, e che ora ha bisogno di sentirsi circondato dallo stesso bene. Aiutare non costa nulla. Restare indifferenti, invece, sì.»
Questo il link per contribuire con una donazione liberale in favore di Simone e della sua famiglia.
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