Cultura, nuovo Testo unico semplifica e offre più fondi e strumenti: «Umbria casa delle arti»
di Ginevra Robbio
Rigenerazione urbana, nuovi strumenti operativi, misure specifiche di formazione e accompagnamento all’imprenditoria, nonché concessione di contributi economici. La Regione ha presentato venerdì il disegno di legge che contiene il Testo unico in materia di cultura e imprese creative; una riforma legislativa, sociale ed economica che semplifica le normative vigenti, abroga 10 leggi obsolete e raddoppia i fondi a disposizione.
Il testo unico Il disegno di legge, preadottato dalla giunta e che a breve inizierà il proprio percorso in consiglio regionale, mette ordine nel mosaico di norme scollegate e definanziate che finora hanno creato confusione e una rappresentazione parziale dello sforzo economico in atto. Per la prima volta, la frammentarietà delle leggi specifiche viene superata, offrendo agli operatori un unico punto di riferimento per accedere a sostegni e opportunità.
Contenuti Il Testo unico punta a creare nuove opportunità per le imprese culturali e creative, spaziando dallo spettacolo dal vivo all’arte contemporanea, dall’editoria al design, e includendo interventi per la rigenerazione urbana e il welfare culturale. Il patrimonio materiale – musei, archivi, biblioteche e paesaggi – viene valorizzato in stretta relazione con quello immateriale – tradizioni, riti, memorie e saperi locali – riconoscendo la forza culturale dell’Umbria nell’intreccio tra storia e vitalità delle culture locali.
Principi cardine Oltre al supporto alle imprese creative e alla spinta all’innovazione, tra i principi cardine del ddl figurano il sostegno a progetti di rete territoriale e alle iniziative delle nuove generazioni e delle donne. «La cultura non è un privilegio – ha sottolineato Tommaso Bori, vicepresidente della Regione con delega alla Cultura durante la conferenza stampa alla quale hanno partecipato molti operatori del settore – ma un diritto che deve essere accessibile e fruibile a tutti». Bori ha poi evidenziato che l’intervento mira anche a garantire pari opportunità a chi intende usufruire dei fondi.
Novità operative e strumenti La riforma introduce un raddoppio dei finanziamenti: 1,5 milioni di euro aggiuntivi ai fondi già stanziati e alle risorse europee, per un investimento complessivo pari a circa 3 milioni di euro, destinati soprattutto a piani strategici annuali e triennali per dare continuità alle azioni e stabilità agli operatori. Tra le novità vi sono anche l’istituzione dell’Osservatorio regionale della cultura, che monitorerà dati e impatti delle politiche culturali, e un Laboratorio permanente, serbatoio di iniziative e progetti con contributi di personalità della cultura italiana.
La lettura La legge introduce inoltre strumenti specifici per sostenere librerie e biblioteche nelle aree interne, le residenze artistiche e l’Art Bonus in Regione, oltre a politiche innovative per arte contemporanea, architettura, design e spazi culturali. Viene rafforzata la promozione della lettura e dell’editoria, supportando produzioni locali e partecipazione a manifestazioni nazionali e internazionali. Il welfare culturale diventa una politica pubblica stabile, con l’obiettivo di favorire inclusione, coesione sociale e benessere collettivo attraverso la partecipazione culturale.
Prospettive Secondo dati ufficiali, l’Umbria è oggi la prima regione in Italia per attività culturali e spettacoli, ma l’impegno allo sviluppo è in continua crescita. «Vogliamo un’Umbria che non solo produca cultura – ha detto la presidente Stefania Proietti – ma che attiri e faccia crescere artisti: una regione che diventi, a pieno titolo, la casa delle arti». Il progetto nasce dalla volontà di fare della cultura un motore di crescita sociale ed economica, valorizzando il patrimonio materiale e immateriale della regione. La legge sarà inoltre oggetto di una partecipazione pubblica il 28 novembre a Terni, nell’ambito della “Chiamata alle Arti”, un invito ai cittadini e agli operatori a contribuire attivamente alla costruzione del testo. Dopo la preadozione, Palazzo Donini punta all’approvazione definitiva in aula tra dicembre e gennaio.
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