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Csm, La Russa rivendica il nuovo consigliere. Mantovano: “Ma non ti basta il caso Natoli?”

Sul Csm litigano Ignazio La Russa e Alfredo Mantovano. Il secondo di brutto contro il primo. E torna in alto mare il nome del giurista perugino Daniele Porena come possibile nuovo consigliere del Csm al posto della dimissionaria Rosanna Natoli, creatura proprio di La Russa e da lui indicata a gennaio 2023 per quella poltrona. Lo scontro tra il presidente del Senato e il sottosegretario alla Presidenza sarebbe stato davvero tosto. Da una parte La Russa, con toni accesi, rivendica la poltrona del Csm come “sua”, tant’è che a scegliere e indicare il nome è stato il perugino Francesco, detto Franco, Zaffini, potente presidente della commissione Sanità del Senato, da sempre uomo di Alleanza nazionale come dimostra il suo curriculum politico.

Un nome venuto fuori a sorpresa lunedì pomeriggio, e di cui Mantovano non sarebbe stato informato. Da qui la sua reazione, decisamente furibonda, contro La Russa: “Ignazio, ma non ti è bastata la faccenda di Natoli?”. A quel punto, inevitabilmente, bocce ferme oggi sul voto in Aula, con l’escamotage, deciso sempre lunedì intorno alle 20 e trenta, di votare “scheda bianca”. Ufficialmente, come ha spiegato il capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri, “per abbassare il quorum dei tre quinti”.

La regola parlamentare è semplice, prime votazioni con i tre quinti degli aventi diritto, cioè i 600 parlamentari, poi i tre quinti dei partecipanti al voto. Numeri che non ammettono alcun dissenso nella maggioranza, a caccia di voti in queste ore nelle file dell’opposizione, se non altro con l’assenza in Aula. Dopo il risultato della prima votazione di oggi – 398 presenti tra deputati e senatori, 363 schede bianche, 15 nulle – si va a giovedì mattina alle 9, puntando a incassare il consigliere mancante del Csm prima della pausa estivo. Obiettivo, avere i sei consiglieri laici del centrodestra a palazzo Bachelet quando, il 4 settembre, si voterà per il primo presidente della Cassazione. Nella commissione per gli incarichi direttivi, la famosa “quinta”, quattro voti sono andati a Pasquale D’Ascola, della corrente di sinistra di Area, oggi presidente aggiunto e quindi vice di Margherita Cassano, mentre due voti sono stati per Stefano Mogini, attuale segretario generale della Suprema corte, con anni di esperienza nelle sedi diplomatiche di Parigi e New York.

I voti già avvenuti o ci dicono che il presidente della commissione, Ernesto Carbone di Italia viva, Mimma Miele di Md, Maurizio Carbone di Area e Michele Forziati di Unicost sono stati per D’Ascola, mentre Eligio Paolini di Magistratura indipendente e la laica della Lega Claudia Eccher per Mogini. Sarebbe ancora possibile cambiare l’esito del voto? Tutto potrebbe dipendere proprio da un consigliere di centrodestra in più. Di certo c’è che proprio la Natoli, dopo aver “resistito” per molti mesi alle dimissioni, improvvisamente si è fatta da parte il 16 giugno, evidentemente con l’obiettivo di lasciare il suo ex posto libero per un nuovo candidato del suo mentore La Russa.

Ecco la fretta del centrodestra che però, ancora una volta, arriva diviso alla meta, addirittura all’interno dello stesso gruppo, e ciò Fratelli d’Italia. Al Senato si può ben cogliere l’eco della contrapposizione. La Russa non rinuncia a un suo privilegio, quello di indicare il consigliere del Csm, né accetta che gli venga rimproverato il comportamento di Rosanna Natoli, che nella vicenda che l’ha vista protagonista, non ha ricevuto un suo dichiarato ed espresso aiuto. Ma oggi, quando c’è da scegliere il nuovo nome per sostituirla La Russa non demorde dal suo diritto di farlo. E si arriva così al professore di Diritto costituzionale e pubblico Daniele Porena, appena uscito sconfitto dal tentativo di diventare rettore dell’università di Perugia, ma che vanta il suo passato di consigliere comunale per Alleanza nazionale.

L’articolo Csm, La Russa rivendica il nuovo consigliere. Mantovano: “Ma non ti basta il caso Natoli?” proviene da Il Fatto Quotidiano.


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