Basilicata

Crotone, terremoto nel Consiglio dell’Ordine degli avvocati

Si dimettono cinque consiglieri e il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Crotone. Si va verso il commissariamento


CROTONE – Nuovo terremoto all’interno del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Crotone. Cinque consiglieri e il presidente Salvatore Rocca si sono dimessi irrevocabilmente per «continui contrasti che hanno reso sempre più difficoltoso lo svolgimento delle funzioni dell’organo collegiale anche per l’ordinaria attività». Dopo la sfiducia di sei consiglieri nei confronti dell’ex presidente Caterina Marano, e mentre pende il suo ricorso al Tar, avviene, dunque, un nuovo scossone. Il ribaltone del luglio 2024 portò all’elezione del nuovo presidente Rocca. Ma il conflitto tra i due schieramenti è rimasto sempre latente. Ora si va verso il commissariamento del Coa di Crotone. Entro 30 giorni il Consiglio nazionale forense dovrà nominare il commissario che avrà altri 120 giorni per indire le elezioni. Nel frattempo curerà gli affari ordinari.

ORDINE AVVOCATI, LA SPACCATURA

In particolare, i consiglieri Salvatore Rocca, Giuseppe Gallo, Flaviana Leonardi, Teresa Battigaglia, Lorenza Iannotta e Teresa Paladini hanno rassegnato le dimissioni per la «spaccatura creatasi sin dall’inizio della consiliatura a causa di risicate maggioranze», è detto nel documento protocollato nella segreteria dell’Ordine. Una spaccatura ormai insanabile, a quanto pare. Il Consiglio si era diviso verticalmente anche in occasione dell’elezione di Marano. Sei voti contro cinque. Ma anche la maggioranza del nuovo presidente era risicata. Un dato in controtendenza rispetto alle elezioni degli anni scorsi, caratterizzati da larghissime maggioranze.

DECISIONE SOFFERTA

Nel documento si parla di una decisione “sofferta e ponderata”. L’assemblea degli avvocati era stata peraltro convocata il prossimo 30 aprile per l’approvazione del bilancio. Al Cnf erano state segnalate presunte irregolarità da parte della maggioranza uscente. Le lamentele della minoranza ruotavano soprattutto intorno alle mancate discussioni prima dell’adozione delle delibere. Il Cnf aveva peraltro contestato al Coa ritardi nel recupero dei crediti dei morosi.


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