Calabria

Crotone, il pizzaiolo tiktoker ucciso: Luchetta rischia il processo per non aver riferito dell’aggressione a Sortino

Rischia di finire a processo il 26enne Bruno Luchetta accusato di favoreggiamento personale nell’ambito del procedimento scaturito dall’omicidio di Francesco Chimirri.

Il pizzaiolo tiktoker di 44 anni che il 7 ottobre 2024 venne ucciso da Giuseppe Sortino, 38enne viceispettore della Polizia di Stato, con un colpo esploso dalla sua pistola d’ordinanza al culmine di una colluttazione nel quartiere Lampanaro, a Crotone.

Il pubblico ministero Alessandro Rho, oggi in servizio a Reggio Calabria, ha infatti disposto il decreto di citazione diretta in giudizio per il giovane. L’udienza predibattimentale si terrà il 21 ottobre davanti alla giudice del Tribunale di Crotone, Giulia Crisci, che dovrà decidere se rinviare l’imputato a giudizio oppure proscioglierlo. Luchetta, difeso dall’avvocato Aldo Truncè, deve rispondere di aver omesso di riferire ai carabinieri una serie di elementi relativi all’«avvio della brutale aggressione» da parte della vittima nei confronti di Sortino.

Nel dettaglio, il 26enne stava percorrendo la Strada statale 106 a bordo della sua auto quando la “Dacia Duster” guidata da Francesco Chimirri urtò il suo specchietto retrovisore. Luchetta seguì il pizzaiolo fino al rione Lampanaro. Ma quando vide i Chimirri scagliarsi contro Sortino, che si era messo sulle tracce della vittima dopo aver visto la sua andatura spericolata sulla Ss 106, l’imputato decise di allontanarsi.

Invece lo scorso maggio, per il pestaggio dell’agente hanno patteggiato i quattro componenti della famiglia Chimirri. Come si ricorderà, sono stati applicati 4 anni di carcere al 19enne Domenico Chimirri, figlio del pizzaiolo; 3 anni, 2 mesi e 20 giorni al 42enne Antonio Chimirri, fratello della vittima; 2 anni (pena sospesa) al 67enne Domenico Chimirri, padre del tiktoker; e 1 anno e 4 mesi (pena sospesa) al 37enne Mario Chimirri, l’altro fratello del pizzaiolo. Mentre la gip di Crotone ha archiviato l’accusa di omicidio che pendeva su Sortino. A riguardo, è approdata alla Consulta la questione sollevata dagli avvocati dei Chimirri di valutare la legittimità costituzionale della norma che ha consentito alla Corte d’appello di Catanzaro di bocciare la richiesta di ricusazione della stessa gip da parte dei familiari della vittima, in quanto parte civile.


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