Basilicata

Crotone calcio, confermata la misura dell’amministrazione giudiziaria

Crotone calcio, il Tribunale di Catanzaro conferma l’amministrazione giudiziaria per le pressioni della ‘ndrangheta e la continuità nelle gestioni dei Vrenna. Gli elementi prodotti dalla difesa «non smentiscono l’atteggiamento tenuto di fronte alle pretese dei clan»


CROTONE – La Sezione per le Misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro ha confermato la misura dell’amministrazione giudiziaria nei confronti della società Fc Crotone. Il provvedimento, per la durata di un anno, era stato notificato nelle settimane scorse al presidente della società sportiva, Gianni Vrenna. Secondo la Dda di Catanzaro, rappresentata in aula dal procuratore Salvatore Curcio, il libero esercizio della società nei settori della security e degli ingressi allo stadio sarebbe stata profondamente influenzata dalla presenza pervasiva della criminalità organizzata, in particolare della cosca Megna, dominante a Crotone dopo aver scalzato la cosca Vrenna-Bonaventura-Corigliano. Il procuratore aveva chiesto pertanto la conferma del decreto emesso dal Tribunale. Alla richiesta si era opposto l’avvocato Francesco Verri, difensore della società rossoblù, producendo elementi non noti al collegio giudicante.

LA DECISIONE

Elementi ritenuti insufficienti dai giudici perché «non smentiscono l’atteggiamento fattivamente tenuto dalla società a fronte delle pretese della locale cosca di ‘ndrangheta». Tra questi, alcune denunce presentate da Gianni Vrenna, peraltro “datate”, come osserva il Tribunale (risalgono al 2014 e 2015, la più recente è del 2019). Secondo i giudici, l’esercizio della società sportiva sarebbe stato influenzato dalle cosche «senza soluzione di continuità dalla gestione di Raffaele Vrenna a quella di Gianni Vrenna». Il riferimento è al fatto che dopo l’indebolimento della cosca Vrenna Bonaventura Corigliano sarebbe subentrata la cosca Megna.

LA CONTINUITÀ

Emblematico, in tal senso, il pestaggio dell’ex patron Raffaele Vrenna, reo di aver tentato di resistere alle pressioni dei papaniciari. Confermata, dunque, la ricostruzione degli agenti della Squadra Mobile e della Divisione Anticimine della Questura di Crotone. Ricostruzione poi sfociata nelle proposte del procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, di quello distrettuale, Salvatore Curcio, e del questore Renato Panvino. In particolare, i tentacoli sulla security erano già emersi in passato in quanto Luigi Bonaventura, ex boss di strada e oggi collaboratore di giustizia, assunse un ruolo nella gestione della vigilanza durante gli eventi del Crotone calcio. Elementi, insieme ad altri, che rivelerebbero una certa “permeabilità” delle strutture societarie dei Vrenna, spesso a fronte di elargizioni ai clan e di ingerenze nelle attività imprenditoriali, a cominciare dalla società del Crotone calcio.

LEGGI ANCHE: Inchiesta sul Fc Crotone, dalla security alle trasferte tutto in mano ai clan


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