Liguria

Crollo palma, bufera sulla lettera di Piciocchi: “Chiedo perdono ma ora basta fanatismo verde”


Genova. Bufera sul vicesindaco reggente di Genova e candidato del centrodestra Pietro Piciocchi dopo la morte di Francesca Toscano, travolta da una palma mercoledì scorso in piazza Paolo da Novi. Sotto accusa una lettera pubblicata oggi dal Secolo XIX in cui il vertice di Palazzo Tursi da un lato esprime la “necessità di chiedere perdono” e dall’altro stigmatizza i commenti “ipocriti” di chi accusa il Comune di non aver abbattuto prima quell’albero.

Un intervento che inevitabilmente ha sollevato pesanti critiche nel giorno in cui a Palazzo Tursi, dopo un altro crollo avvenuto ieri ad Albaro, è stata convocata una conferenza stampa (del tutto inusuale di domenica) per la presentazione della “task-force per l’attuazione di misure di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza delle alberature nelle aree urbane della città, resesi necessarie dopo il tragico evento di piazza Paolo da Novi”. Interverranno, oltre a Pietro Piciocchi, il direttore generale di Aster Francesca Aleo, l’assessore ai Lavori pubblici e manutenzioni Ferdinando De Fornari, i tecnici del verde di Aster e i tecnici del Comune di Genova.

“Questa è una tragedia il cui giudizio non può essere esposto a interessi di parte o, peggio, elettorali – scrive Piciocchi nella lettera inviata al quotidiano -. Quindi, prima di tutto, bisogna riconoscere che dobbiamo ripartire dalla morte di Francesca con una diversa coscienza di noi e delle nostre responsabilità come comunità”. Poi però, dopo essersi detto “troppo scorso” per intervenire negli scorsi giorni, passa all’attacco: “Il fanatismo verde, con tutti i suoi addentellati e complicità in alcuni partiti, ha grandi responsabilità nell’averci portato spesso (troppo spesso) a scelte dissennate, illogiche, dispendiose, e alla fine fonti di gravi pericoli, pur di risparmiare a tutti i costi la vita di alberi già gravemente malati e compromessi”.

Il vicesindaco parla di agronomi che vivono in uno “stato di terrore” e cita alcuni esempi, tra cui il taglio degli alberi a Brignole e il caso del leccio morto in piazza Corvetto che “contro ogni logica e con enorme dispendio di tempo e di risorse, ci è stato imposto di trapiantare in un’aiuola sul lato opposto di via Martin Piaggio perché incompatibile con le uscite di sicurezza della nuova galleria ferroviaria tra Brignole e Principe”. I “sedicenti esperti” che oggi “sentenziano le loro condanne” sono “gli stessi sarebbero scesi in piazza con la gran cassa e con il solito arsenale di improperi, casomai si fosse deciso di tagliare quella maledetta pianta, anziché di monitorarla, nonostante la sua evidente inclinazione”.

“Mi dispiace ma per me un albero non vale la vita di un essere umano e d’ora in poi, per quanto mi riguarda, cessa ogni tentativo di compromesso con questi mondi di estremisti e anche nel dubbio l’albero verrà abbattuto. E pazienza se arriveranno insulti, incomprensioni, fossero anche perdite di consenso elettorale. Il senso di responsabilità e il rispetto della vita umana non hanno prezzo”, è la conclusione di Piciocchi.

Parole “sconcertanti e senza vergogna” secondo Simone D’Angelo, segretario metropolitano del Pd: “Come si può speculare così su una tragedia che ha tolto la vita a una donna per fare campagna elettorale? Come si può nella propria veste istituzionale puntare il dito contro dei cittadini e delle cittadine tacciandoli di fanatismo e accusandoli di intimidazioni? Di fronte alle tragedie si rispetta il dolore, non si fa polemica. Ma di fr”””””onte a questa lettera indegna non si può tacere”. E ancora: “Eventuali mancanze da parte dell’amministrazione comunale verranno accertate dalla magistratura. Ma le parole di stamane del vicesindaco Piciocchi, a cui farà seguito una surreale conferenza stampa, segnano la totale mancanza di requisiti morali ed etici rendendolo non solo inadeguato ma indegno di rappresentare la nostra città”.

“L’inopportuna lettera del sindaco reggente Piciocchi è uno squallido tentativo di scaricare su altri il peso di amministrare – aggiunge il M5s -. All’inizio della lettera chiede perdono. Crediamo dovesse fermarsi lì: ogni amministratore sa che il proprio interesse su un tema può portare dei miglioramenti nella vita dei cittadini; la mancanza invece di esso può portare a un’abbassamento della qualità di vita della collettività, e nel peggiore dei casi, a delle vere e proprie tragedie. Dare la colpa agli ambientalisti è un tentativo imbarazzante per discolparsi di un sistema interamente sbagliato, dove l’amministrazione viene schiacciata da spese sempre più alte e certa politica devia gli interessi dei cittadini verso scopi privati a discapito della prevenzione”.

“Trovo questa lettera all’indomani del lutto cittadino una vergogna per la città scritta a nome del sindaco facente funzione – si sfoga su Facebook Cristina Lodi di Azione -. Trovo questa lettera una violenza contro la città. Trovo queste parole una mancanza di rispetto davanti ad una tragedia così enorme. Avrà passato il giorno del lutto a scrivere. Chiedo scusa a tutti i genovesi anche se io non c’entro in nulla e invece avrei molto da scrivere sulla gestione del verde e sulla figura del garante del verde che da un anno questa destra non porta all’approvazione. Ho le mani fredde mi batte il cuore e non avrei mai pensato che la politica potesse scendere così in basso”.

Anche la candidata sindaca del centrosinistra Silvia Salis, a margine della convention al Porto Antico, ha commentato:  “Quando succedono certe cose la politica deve avere la dignità di trattarla come va trattata, nel senso che non si può fare dei ma dopo le scuse, non si può dire dei se. Sono giuste le scuse, ma io credo che la polemica politica di fronte a una tragedia come questa andrebbe lasciata da parte. Una questione culturale, una questione anche di stile politico, una questione di come vogliamo amministrare questa città. Io credo che i genovesi siano un po’ stanchi di questo modo di fare politica usando le polemiche, usando lo slogan e usando anche nel mio caso gli attacchi personali. Credo che sia un modo di fare politica che ha molto stancato”.




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