Crisi idrica, l’angoscia di agricoltori e aziende
DOPO l’agricoltura, la crisi idrica aggredisce anche l’industria: due aziende della Val Basento -la Politec (140 dipendenti) e la Orma (70)- hanno dovuto fermare l’attività per la carenza di acqua «che si registra da settimane in un clima di assordante silenzio regionale. Altre piccole e medie aziende della stessa area industriale saranno costrette a farlo a breve».
E’ l’allarme lanciato dalla Uiltec Uil di Matera in una nota del responsabile provinciale Walter Ferruzzi. «La situazione – aggiunge – ha superato ogni livello di guardia mentre in Consiglio Regionale abbiamo assistito all’ennesima discussione senza però programmi operativi e sottovalutando, a differenza di quanto accade nel comparto agricolo, quanto accade per l’industria. Nei giorni scorsi – continua Ferruzzi – abbiamo ascoltato l’annuncio dell’insediamento di una cartiera in Val Basento. Ma come pensano di far arrivare l’acqua nella nuova fabbrica, con i canadair che la prelevano dal mare Jonio? Non dimentichiamo che già l’estate scorsa c’erano stati segnali allarmanti con la minaccia di alcuni titolari di aziende della valle di chiudere definitivamente se fosse perdurata la crisi idrica».
La Uiltec che ha già chiesto un Tavolo in Regione sollecita nuovamente un incontro per affrontare con immediatezza la situazione. «Tutto questo avviene – dice ancora Ferruzzi – mentre la Regione ha ceduto nuovi quantitativi di acqua alla Puglia. Come se la “lezione” della storica crisi della chimica e dell’apparato industriale della Val Basento, di cui ci sono ben visibili le “cicatrici”, non avesse insegnato nulla». La situazione idrica che sta asfissiando l’area della Val Basento è stata ieri anche uno dei punti sensibili della discussione del secondo giorno di Consiglio regionale straordinario.
Sul tema, l’assessore alle Infrastrutture Pepe ha riferito in Aula che esiste un progetto prioritario che la Regione sta valutando «proprio in questi giorni» per dare una soluzione a questo problema: «potenziare con un nostro investimento l’infrastruttura (di distribuzione, ndr) gestita dal Consorzio di Bonifica per consolidare la fornitura d’acqua in quota industriale». Infatti, secondo Pepe, il problema della Val Basento non è tanto la mancanza d’acqua ma la difficoltà nella sua erogazione: «lo scorso 7 luglio – ha poi spiegato – il presidente Bardi per fare il punto ha convocato una riunione d’urgenza con il Consorzio Industriale, il Consorzio di Bonifica, Confindustria ed Acquedotto Lucano. Al termine dell’incontro si è deciso di convocare la segreteria tecnica la quale – qualche giorno dopo – ha raggiunto un risultato storico: per la prima volta è stata riconosciuta alla Basilicata una quota di risorsa idrica all’industria e da mercoledì scorso viene erogata una quantità di 50 litri al secondo. Quale è il problema? Che l’acqua c’è ma l’infrastruttura del Consorzio di Bonifica è carente».
In realtà esiste anche un altro tipo di intervento relativo alle problematiche idriche della Val Basento del quale la Regione ha cercato di indagare le potenzialità. Vale a dire collegare la Canna del Sinni verso la Val Basento. Una soluzione progettuale «non in stato avanzato – ha spiegato l’assessore alle infrastrutture – che stimiamo avere un costo di 23-24 milioni di euro». Anche il consigliere Cifarelli ha proposto una soluzione simile: «l’unica possibilità è approvvigionare da altrove la Val Basento». Nelle intenzioni della Regione c’è un intervento sulla traversa del fiume per una raccolta migliore dell’acqua da far poi defluire verso la valle. Intanto però le aziende della zona sono costrette a fermare o ridurre le attività, mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro e la stabilità economica dell’area.
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