Veneto

crisi finanziaria e rette in aumento

Il Cda di IPAB Vicenza
Il Cda di IPAB Vicenza

(Articolo su IPAB Vicenza da Vicenza Più Viva n. 295sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Intanto sono dimenticati in chissà quale cassetto i 5 milioni dell’Accordo di programma con la Regione per contribuire a costruire una nuova e vitale residenza al Laghetto.

L’IPAB di Vicenza rappresenta un pilastro dell’assistenza agli anziani in città, con strutture che offrono servizi sia residenziali sia semiresidenziali. Tuttavia, la situazione attuale dell’ente appare critica: aumenti delle rette, carenze di personale e una gestione patrimoniale complicata stanno mettendo a dura prova la sostenibilità dei servizi. Il tutto sullo sfondo di un’attesa riforma regionale che tarda ad arrivare.

Strutture e servizi: un sistema sotto pressione

L’IPAB di Vicenza gestisce diverse strutture per anziani, tra cui RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) e centri diurni. Tra le più rilevanti vi sono la Residenza Proti Vajenti Malacarne, che accoglie anziani autosufficienti con servizi di portineria e sorveglianza infermieristica, e il Centro Diurno Villa Rota Barbieri, specializzato nell’assistenza a persone affette da Alzheimer. Quest’ultima struttura, assieme ad altre due (Centro Ottavio Trento e Centro Bachelet), garantisce un sostegno essenziale alle famiglie che necessitano di assistenza per i propri cari durante il giorno. Negli ultimi anni, però, la gestione di queste strutture è diventata sempre più complessa. L’aumento dei costi delle materie prime, il caro energia e la difficoltà nel reperire personale qualificato hanno reso difficile mantenere un equilibrio finanziario.
Di conseguenza, i costi si stanno inevitabilmente riversando sugli ospiti e sulle loro famiglie.

IPAB Vicenza
IPAB Vicenza

Aumenti delle rette e difficoltà economiche

A fine 2024, una delibera del consiglio di amministrazione dell’IPAB di Vicenza ha sancito un aumento delle rette pari a 1 euro al giorno per tutti gli ospiti, con un aggravio annuo di circa 360 euro per famiglia.
Un aumento che, sommato ai costi già elevati, sta mettendo in difficoltà numerose persone. Per i nuovi ingressi senza impegnativa di residenzialità, le rette hanno raggiunto i 110 euro al giorno, ovvero 3.300 euro al mese, una cifra proibitiva per molte famiglie vicentine.
Il problema non riguarda solo gli utenti ma investe l’intero sistema di finanziamento regionale. Il Veneto, infatti, adotta un metodo di ripartizione delle risorse che ha subito recenti modifiche con la delibera regionale 465/2024. Questa misura ha introdotto un sistema di finanziamento “a budget”, il che significa che, una volta esauriti i fondi pubblici
destinati alle strutture IPAB, i posti rimanenti vengono riservati ai soli ospiti privati, aumentando ulteriormente il peso economico sulle famiglie.

Il nodo della riforma delle IPAB: un’attesa infinita

La crisi delle IPAB non riguarda solo Vicenza, ma è una questione che coinvolge l’intero Veneto. La regione, infatti, è l’unica in Italia che non ha mai approvato la legge regionale di riforma delle IPAB, prevista dalla normativa nazionale del 2008 (la cosiddetta “legge Turco”). Questo ritardo ha impedito la modernizzazione del settore, lasciando le strutture in una sorta di limbo amministrativo, senza strumenti adeguati ad affrontare le sfide contemporanee.
A Vicenza, l’IPAB gestisce sette strutture, ma l’assenza di una riforma ha generato un’incertezza sulla governance e sulle risorse disponibili. Questo ha portato, ad esempio, alla chiusura della Residenza Parco Città, una struttura che in passato era considerata un punto di riferimento per l’assistenza agli anziani. Un tempo diretta da Giulio Bertinato, era stata riconosciuta tra le migliori cinque strutture della regione. La sua chiusura ha ridotto ulteriormente i posti disponibili, aumentando la pressione sulle altre RSA della città.

Carenza di personale e strutture obsolete

Un altro problema grave riguarda il personale: infermieri e operatori socio-sanitari (OSS) sono sempre più difficili da reperire. Le condizioni lavorative non sempre attraggono nuovi professionisti, mentre il turnover elevato crea continui problemi nella gestione quotidiana delle strutture. Inoltre, molte residenze hanno edifici datati e necessiterebbero di importanti interventi di ristrutturazione.
Un esempio è il Pensionato San Pietro, una struttura chiusa dal 2016. Anni fa si era pensato di realizzare una nuova residenza al Laghetto, su un terreno di proprietà dell’IPAB, con un progetto affidato all’architetto Mario Cucinella, allievo di Renzo Piano. L’idea prevedeva una struttura innovativa da 120 posti letto, immersa nel verde e concepita secondo modelli avanzati di assistenza. Tuttavia, il progetto, associato agli oltre 5 milioni della Regione nell’ambito dell’Accordo di programma, ancora non attuato, è stato incomprensibilmente accantonato e oggi non vi sono piani concreti per la sua più che auspicabile ripresa col recupero anche della cifra regionale da associare a dismissioni mirate per costruire la nuova residenza per anziani.

Raffaele Colmbara
Raffaele Colmbara

Il ruolo della politica e le prospettive future

La questione IPAB si intreccia inevitabilmente con la politica locale e regionale. Il consigliere comunale Raffaele Colombara, con una sorta di ideale e coraggiosa presa del testimone del “vecchio presidente” Gianni Rolando, ha recentemente criticato la gestione della Regione Veneto, evidenziando la mancanza di finanziamenti adeguati e il continuo rinvio della riforma, sottolineando anche come il Comune di Vicenza dovrebbe assumere  una posizione più netta per tutelare il diritto degli anziani all’assistenza.
Una sponda utile alla causa Colombara l’ha trovata nel sostegno del presidente del gruppo misto in Regione comunque nell’area del presidente Luca Zaia, Stefano Valdegamberi, apparentemente inatteso ma spiegabile con la sua coerenza con la riforma da lui predisposta addirittura 15 anni fa, quando era assessore al sociale della Regione Veneto nell’ultima giunta Galan.
Nel frattempo, con il cambio dell’amministrazione comunale e la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione dell’IPAB, si aprono nuove possibilità per rilanciare il settore. Tuttavia, senza un intervento strutturale da parte della Regione e senza un piano finanziario sostenibile, il rischio è che i problemi attuali si aggravino ulteriormente, mettendo in discussione il futuro stesso dell’assistenza pubblica per gli anziani a Vicenza.
L’IPAB di Vicenza si trova, quindi, a un bivio: da un lato, la necessità di adeguarsi a nuove esigenze gestionali e finanziarie; dall’altro, l’urgenza di una riforma che da troppo tempo rimane bloccata nei palazzi della politica regionale su cui le forze locali non sanno (o non vogliono?) incidere. Nel frattempo, sono gli anziani e le loro famiglie a pagare il prezzo più  alto, con rette sempre più elevate e servizi che rischiano di essere ridotti. La questione non può più essere ignorata: servono risposte concrete e interventi urgenti per garantire un sistema assistenziale equo e sostenibile per tutti.


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