Crisi abitativa a Fermo, i progetti e la strategia dell’amministrazione (Le Foto)
FERMO – Il sindaco Paolo Calcinaro: «Ad oggi sono 47 le case popolari assegnate, si arriverà a 63 entro fine gennaio. Numeri che però non bastano a sopperire il problema. Ecco allora che come amministrazione, pochi giorni fa in giunta abbiamo approvato due progetti volti a dare una prima risposta a questa esigenza».
Sono circa 200 i nuclei familiari in cerca di una sistemazione nella città di Fermo, una richiesta sulla quale prova ad intervenire l’amministrazione comunale, in sinergia con l’Ambito Sociale Territoriale.
«Ad oggi sono 47 le case popolari assegnate, si arriverà a 63 entro fine gennaio. Numeri che però non bastano a sopperire il problema – come affermato dal sindaco Paolo Calcinaro – ecco allora che come amministrazione, pochi giorni fa in giunta abbiamo approvato due progetti volti a dare una prima risposta a questa esigenza».
Per spiegare nel dettaglio di cosa si tratta, insieme al primo cittadino, erano presenti l’assessore ai lavori pubblici Ingrid Luciani, quello ai servizi sociali Mirco Giampieri e il responsabile dell’ambito territoriale sociale Alessandro Ranieri.
Nel primo caso verrà riattivato il progetto che si era stoppato durante il periodo covid e che prevede la coabitazione di tre persone singole all’interno di un appartamento di via Graffigna.
«Gli individui, che saranno un massimo di tre, verranno inseriti all’interno dell’appartamento attraverso il parere dei servizi sociali, che in base alle richieste, dovranno valutare la capacità di coesistenza dei soggetti. Oltre a dare un tetto a queste persone, cercheremo di dare loro autonomia e assistenza nel reinserimento sociale e magari lavorativo, così da creare anche una turnazione tra gli ospiti dell’appartamento. L’obiettivo è quello di creare intorno a questi individui una rete solidale che possa dare loro quella spinta che da soli magari non troverebbero – ha dichiarato l’assessore Giampieri – come amministrazione stiamo cercando di attivarci a più mani per questa emergenza. Negli ultimi anni i vari bonus di ristrutturazione hanno portato molte persone a dover lasciare le loro abitazioni ed andare in affitto in attesa del completamento dei lavori, molti scelgono di affittare agli studenti o aprire B&B, tutti questi sono fattori che hanno saturato la disponibilità di immobili in città e non è facile reperirne di sfitti».
Il secondo progetto è più articolato e prevede una prima fase di recupero del complesso “Fontevecchia”, situato in via Leopardi, che successivamente potrà essere destinato a chi ne ha bisogno.
«Insieme all’ambito territoriale abbiamo partecipato ad un bando di housing first del Pnrr, riusciremo così a riqualificare il complesso, che si trova nel cuore del centro storico, e destinarlo a famiglie che ne hanno bisogno – sottolinea l’assessore Luciani – riusciremo a creare un appartamento per sei persone e dare un’ulteriore risposta alla crisi abitativa».
«Il fondo per house first sarà destinato in parte per affitti e ristrutturazioni, in parte per la manutenzione delle relazioni sociali e l’inclusione lavorativa dei soggetti. Vorremmo che le persone riescano ad avere un riscatto sociale e possano trovare nuove abitazioni autonome, uscendo da questa rete emergenziale – dichiara il dott. Ranieri – per il futuro l’obiettivo dell’Ambito Territoriale è quello di creare un fondo perequativo per la garanzia degli affitti, magari anche con l’aiuto di istituti specializzati come banche e finanziarie, dando così maggiori garanzie ai locatari nei confronti di affittuari con difficoltà. Si tratta di una soluzione già usata in altri paesi europei».
Matteo Achilli
LE FOTO DI FONTEVECCHIA
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