Economia

Cresce il sostegno per Nagel. Anche Mediolanum voterà sì sull’Ops su Banca Generali

MILANO – Il progetto di Nagel per sottrarsi alla mossa del Monte dei Paschi raccoglie sempre più consensi. A meno di una settimana dall’assemblea per votare l’offerta su Banca Generali, due nuovi azionisti esprimono il loro appoggio per l’amministratore delegato di Mediobanca.

Sì anche da Norges Bank e da Mediolanum

Il primo, in ordine di comunicazione, è Norges Bank, dotato di una quota dell’1,45% del capitale. Il secondo sì ha forse una valenza ancora maggiore, dato che proviene non da un investitore istituzionale, ma da un diretto concorrente della preda. Si tratta di Banca Mediolanum e Mediolanum Vita, due realtà riconducibili alla famiglia Doris, entrambe aderenti all’accordo di consultazione tra soci Mediobanca con una partecipazione del 3,49%. I due cda, si legge in una nota, hanno “valutato positivamente le prospettive di sviluppo industriale e le previsioni finanziarie legate all’operazione”.

Chi ha già votato ha votato sì

L’assemblea del 16, necessaria per la regola della passivity rule in quanto Mediobanca è dal 24 gennaio scorso sotto offerta di Mps, dovrà decidere se il cda può andare avanti nel cercare di perfezionare l’Ops su Banca Generali annunciata il 28 aprile scorso. Per vincere occorre il 50%+1 del capitale rappresentato.

I fondi internazionali hanno già cominciato a votare attraverso le piattaforme elettroniche, finora tutti a favore, allineandosi alle indicazioni dei proxy advisor Iss e Glass Lewis. Per ora, sono arrivate le adesioni di California State Teachers’ Retirement System, Florida State Board of Administration, Praxis Investment Management. Tra chi si è dichiarato favorevole ci sono anche i fondi pensione statunitensi New York City Comptroller, Calstrs, Florida State Board of Administration e Calpers e degli asset manager Calvert e Praxis. Tutti con quote piccole o piccolissime.

Il fronte del no e gli indecisi

L’unico voto contrario certo è quello di Caltagirone (10%), che ha anche chiesto di rinviare l’assemblea per mancanza di informazioni. C’è poi chi non si è ancora espresso, come Delfin (20%) della famiglia Del Vecchio, o Edizione dei Benetton (2,2%) che comunicherà venerdì la sua decisione. Poi c’è un 5,5% del capitale in mano alle casse di previdenza Enpam, Enasarco, Cassa Forense, solitamente vicine alle posizioni governo che in questo caso è schierato a favore di Mps e contro Mediobanca-Banca Generali.


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